Approvato il PTCP 2009

Il Consiglio provinciale approva il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale dopo la fase dell’adozione. Accolte circa la metà delle osservazioni presentate dai cittadini.
Obiettivo contenere l’espansione, sì a sviluppo di qualità

Indirizzare le trasformazioni urbanistiche e territoriali limitando l’uso di nuovo territorio non urbanizzato, favorendo il recupero e la riqualificazione dell’esistente, ampliando le aree protette e puntando su qualità ambientale e sicurezza. Sono le linee del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) che mercoledì 18 marzo è stato approvato dal Consiglio provinciale di Modena. Hanno votato a favore Pd e Prc, contro Lega Nord e gruppi del Pdl (Fi, An e Popolari Liberali), astensione per i Verdi. Il Piano era stato adottato lo scorso luglio con il voto contrario dei Verdi e dei gruppi del Pdl.

Tre anni di lavoro, una trentina di pubblicazioni di approfondimento preparatorie e un prodotto finale di oltre duemila pagine di testo, tra norme ed elaborati del quadro conoscitivo e della relazione generale, con 329 tavole cartografiche: 173 del quadro conoscitivo e 156 del Piano. Sono solo alcune delle cifre del Ptcp, il principale strumento di pianificazione a medio-lungo termine sull’uso del territorio, che indica ai Comuni gli obiettivi di qualità e i limiti sui quali impostare la pianificazione urbanistica comunale.

Dopo la fase delle osservazioni, circa la metà delle quali accolta, il Piano «risulta confermato nel suo impianto di base – spiega il presidente della Provincia Emilio Sabattini – a cominciare dalle scelte che vogliono conciliare l’esigenza di continuare a garantire gli strumenti per la crescita competitiva del sistema economico, soprattutto in un momento di crisi, con la necessità di preservare l’ambiente in cui viviamo. Il territorio è un bene finito, e in questi decenni Modena ne ha usato parecchio. Anziché la crescita senza controllo, abbiamo scelto come modello – aggiunge Sabattini – uno sviluppo che fa della qualità e non della mera quantità la chiave decisiva dell’identità locale e della competitività economica e territoriale. Ciò significa contenere l’espansione favorendo la riqualificazione dell’esistente».

Per l’edilizia residenziale si fissa un limite per l’espansione (tra il 3 e il 5 per cento del costruito) con circa un quarto della nuova offerta abitativa destinato all’edilizia sociale. Per gli insediamenti produttivi vengono privilegiate polarità forti e qualificate, di numero limitato (dieci), connesse alle infrastrutture principali. Rafforzate le reti ecologiche, le aree protette, il risparmio energetico e la sicurezza del suolo.

Trovano conferma nel Ptcp, infine, le scelte che mirano a recuperare i ritardi nelle infrastrutture e nei sistemi di accessibilità. Innanzitutto gli interventi di potenziamento del sistema ferroviario, l’attivazione dell’Alta capacità, la metropolitana di superficie Modena-Bologna, l’apertura dello scalo merci di Marzaglia collegato a quello di Dinazzano, e quelli sulla viabilità: l’autostrada Cispadana, il completamento della Pedemontana, la bretella Campogalliano-Sassuolo, il prolungamento della complanare all’Autosole fino a Modena sud, il miglioramento della viabilità di penetrazione verso la montagna, oltre al potenziamento della rete di piste ciclabili.

Pubblicato: 19 Marzo 2009Ultima modifica: 19 Dicembre 2022