Sostenere la competitività del sistema produttivo locale attraverso investimenti e azioni finalizzati alla produzione e al trasferimento di conoscenza, allo sviluppo di un rapporto sinergico tra mondo della ricerca, imprese, istituzioni e società, e alla generazione e attrazione di competenze qualificate nella ricerca e di nuove imprese hi-tech. Sono gli obiettivi del protocollo d’intesa per la realizzazione di un Polo dell’innovazione che Provincia e Comune di Modena, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Camera di commercio e Democenter-Sipe hanno siglato venerdì 6 giugno con l’obiettivo di concorrere all’assegnazione delle risorse comunitarie del Fondo europeo di Sviluppo regionale dedicate allo sviluppo di Tecnopoli per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico: ben 44 milioni di euro nel periodo 2008-2010 in Emilia Romagna.
Il Polo dell’innovazione rappresenta un sistema integrato e articolato sull’intero territorio provinciale di interventi per la ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico.
L’accordo raggiunto rafforza e ridisegna il sistema delle ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, radicandolo sul territorio e legandolo alle differenti specializzazioni settoriali e rappresenta un passaggio di assoluta rilevanza per l’impegno dei diversi enti a assumersi responsabilmente la realizzazione di investimenti e interventi complementari all’interno di un piano strategico unitario e condiviso.
«Nella terra dell’eccellenza diffusa, anche un Polo per l’innovazione non poteva che avere questa caratteristica: uno snodo esteso e flessibile, di altissima qualità, al centro di un territorio tra i più evoluti del mondo» sottolinea il sindaco di Modena Giorgio Pighi: «E’ l’esempio di come si affronta la globalizzazione trasformandola in opportunità. E cioè sviluppando e valorizzando le migliori caratteristiche locali e inserendole nel contesto mondiale della conoscenza scientifica, grazie alla tecnologia e al sistema di relazioni che la nostra Università, le nostre imprese e le nostre istituzioni hanno fatto crescere nel corso degli anni»
La struttura generale del Polo, le sue finalità, i settori produttivi coinvolti rappresentano i contenuti di un documento congiunto dal titolo “Una provincia di eccellenze – Il Polo della innovazione” che gli enti si sono impegnati a inoltrare all’assessorato alle Attività produttive dell’Emilia Romagna per poter concorrere per tempo alla assegnazione delle risorse comunitarie del Fondo europeo di Sviluppo regionale dedicate allo sviluppo di Tecnopoli per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico.
«L’importanza che l’ampio grado di coinvolgimento del nostro Ateneo avrà nell’effettivo sviluppo e nella costruzione del Tecnopolo a Modena – commenta Gian Carlo Pellacani, rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – si riassume essenzialmente in tre punti. In primo luogo, con la nostra attività riusciremo a rafforzare il rapporto e il dialogo fra il mondo scientifico e quello dell’impresa per la piena realizzazione di quelle azioni che vengono comunemente definite trasferimento tecnologico. In secondo luogo, la partecipazione dell’Ateneo renderà più naturale l’inserimento dei molti giovani capaci all’interno del sistema produttivo territoriale integrato nel quale sarà per loro più facile trovare una collocazione professionale ad alta qualificazione. In terzo luogo – conclude Pellacani – la relazione tra mondo accademico e il tessuto produttivo sarà in grado di favorire un importante ritorno di investimento sul territorio e quindi di innescare una catena virtuosa che garantisca una crescita economica sotto il segno dell’innovatività».
Anche Alberto Mantovani, presidente della Camera di commercio e di Democenter – Sipe, si dichiara «estremamente soddisfatto del progetto poiché viene definito un nuovo modello di risposta di innovazione per le nostre imprese affinché possano fronteggiare al meglio le nuove dinamiche economiche». Per Mantovani, infatti, «i processi innovativi sono sempre più caratterizzati da sequenze circolari dove le fasi e i componenti di più settori risultano contemporaneamente coinvolti. Per questo occorre una costante interazione tra imprese, Università e istituzioni di governo, una forte integrazione tra Università e soggetti come Democenter-Sipe, per fare incontrare domanda e offerta di innovazione con più facilità e rendere disponili alle imprese laboratori e competenze. Così pure – aggiunge Mantovani – vanno anche definiti, come prevede il progetto contesti ideali dove imprese e Università possano collaborare più facilmente e sviluppare innovazione in tempi rapidi».