Stagione venatoria

Approvato il calendario venatorio provinciale 2007/2008. Protezione ad alcune specie in calo, caccia di selezione per contrastare l'aumento in eccesso di cinghiali e ungulati e per difendere l'agricoltura. Gli obblighi previsti, il controllo.

E’ stato approvato il calendario venatorio provinciale 2007/2008, in conformità con quello emanato dalla Regione Emilia Romagna. Le linee stabilite dalla Provincia di Modena da una parte tutelano alcune specie animali che presentano sensibili cali di popolazione, dall’altra puntano a contrastare con una caccia di selezione la eccessiva proliferazione di altre specie che recano tra l’altro danni all’agricoltura.

“Abbiamo limitato la caccia a tutta una serie di specie in diminuzione – afferma Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente – senza però trascurare le esigenze di protezione dei nostri prodotti agricoli, in particolare dei vitigni, come peraltro ci hanno chiesto le associazioni agricole”.

La caccia di selezione per contrastare l’eccesso di proliferazione riguarda cinghiali ed ungulati. Dal 15 luglio al 31 gennaio è aperta la caccia di selezione al cinghiale per circa 400 cacciatori autorizzati dalla Provincia. Sempre per gli autorizzati, dal 15 agosto al 30 settembre è oggetto di questo tipo di caccia il maschio di capriolo, mentre caprioli femmina e daini lo diventano dal 1 gennaio al 10 marzo 2008.

Da domenica 16 settembre è aperta la caccia alla selvaggina stanziale (per lepri e fagiani il terminè è il 2 dicembre) e agli uccelli acquatici (anatidi e trampolieri). Impegnati in questo tipo di attività oltre diecimila cacciatori modenesi.
L’addestramento dei cani è possibile dal 15 agosto al 13 settembre.

La caccia a specie parzialmente protette viene differenziata anche in funzione degli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc) che nel modenese sono tre: l’Atc Modena 1 (a nord, da Carpi a Finale Emilia, la bassa pianura, ), l’Atc Modena 2 (quello centrale, da Soliera a Pavullo, la media pianura, tutta la collina e parte della montagna) e l’Atc Modena 3 (quello più a sud, in alta montagna). Ogni Atc è governato da un Comitato direttivo, l’organo di gestione, e da una assemblea dei soci.

Ed ecco alcune delle limitazioni:
– la starna e la pernice rossa sono protette in tutta l’area dell’Atc Modena 1 e Modena 3. Nell’area Modena 2 è possibile cacciare entrambe le specie fino al 16 ottobre, ad esclusione delle aree collinari comprese nel progetto speciale di ripopolamento. Non è però possibile abbattere più di due capi per cacciatore durante l’intera stagione
– per il merlo negli Atc Modena 1 e Modena 2 vale il limite di non più di cinque capi al giorno per cacciatore.
Una particolare situazione riguarda lo storno, che sarebbe specie protetta regionale. La Provincia, su sollecitazione delle associazioni agricole, ha chiesto alla Regione la deroga al divieto previsto per cacciare questa specie. Per tutelare i frutteti la richiesta riguarda la possibilità di poter cacciare gli storni dal 1 settembre, seppure con limitazioni, si potranno ad esempio abbattere non più di venti capi a giornata e non più di duecento nell’intera stagione. La risposta è attesa entro al fine di agosto sulla base di un parere dell’Unione europea.

Il controllo sull’andamento della stagione venatoria nel modenese spetta agli agenti del Corpo di Polizia provinciale della Provincia. Il loro compito è quello di sorvegliare 250 mila ettari di territorio: oltre alla superficie cacciabile, 160 mila ettari in tutta la provincia modenese, devono controllare il rispetto del divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), nelle aree di sviluppo dei piani regolatori comunali, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati.

Collaborano con i guardia caccia provinciali anche il Corpo Forestale dello Stato, una quarantina di vigili ausiliari volontari provinciali, alcuni nuclei di Gev (Guardie Ecologiche Volontarie) e le guardie venatorie degli Atc.

Per poter praticare la cacciagione vi sono tutta una serie di prescrizioni e obblighi. Nel Comune di residenza si ritirano il tesserino regionale e quello provinciale. Il primo contiene le disposizioni dettate dall regione Emilia Romagna, è un libretto in cui ogni cacciatore deve trascrivere i dati di ciascuna sessione: la data, Atc, il tipo di caccia svolto (da appostamento o vagante).

Il tesserino provinciale espone le norme aggiuntive o modificate valide per il territorio modenese.
Il calendario provinciale definisce anche le norme comportamentali per la salvaguardia dell’ambiente agricolo e forestale, e le varie prescrizioni sulle armi.

Per ulteriori informazioni sul decreto si può consultare la normativa completa sul sito Agrimodena (nei link utili a fianco).

Pubblicato: 13 Agosto 2007Ultima modifica: 31 Marzo 2020