Sono esposte opere di oreficeria prodotte per la cattedrale di Modena, come l’altare portatile di San Geminiano, manoscritti, iscrizioni e preziosi manufatti legati al culto provenienti dalla vicina abbazia di Nonantola e dalla distrutta abbazia di Frassinoro, tra cui il candelabro, la croce e la colombina eucaristica. L’esposizione, che propone complessivamente una cinquantina di opere, è allestita a Modena, nei Musei del Duomo, in via Lanfranco, per iniziativa del Museo Civico d’Arte, dei Musei del Duomo e della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico di Modena e Reggio Emilia. Interamente finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra si avvale del patrocinio dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna.
A fianco della produzione più strettamente collegata al Duomo, a testimonianza del clima artistico e della sensibilità religiosa che segnò in quel periodo i territori dominati dai Canossa, figurano alcuni oggetti provenienti dalla vicina abbazia di Nonantola, importantissimo centro monastico benedettino di fondazione longobarda, e altri eseguiti per la distrutta abbazia di Frassinoro, fondata nel 1071 da Beatrice, madre di Matilde. Per quanto concerne Frassinoro la mostra consente di vedere tutto ciò che resta del corredo liturgico medievale dell’abbazia, il candelabro, la croce e la colomba eucaristica.
La contiguità della sede espositiva con la splendida Cattedrale, legata ai nomi dell’architetto Lanfranco e dello scultore Wiligelmo, potenzia il significato degli oggetti in mostra, ancora portatori di una fortissima sacralità fatta di gesti, parole e immagini, offrendosi anche quale stimolo per ricostruire idealmente il corredo liturgico dei riti che vi si svolgevano.
Romanica
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