L’Infiorata di Pievepelago è una manifestazione tradizionale a carattere religioso le cui origini vengono fatte risalire al 1927. Col passare degli anni l’iniziativa è stata via via migliorata e sono stati realizzati tappeti floreali sempre più complessi e di grande valore artistico. L’Infiorata è collegata alla solennità religiosa del Corpus Domini che quest’anno cade domenica 25 maggio, mai così anticipatamente negli ultimi 50 anni.
La tradizione dell’Infiorata coinvolge circa 150 località italiane ed esiste persino una Associazione dei Comuni delle Infiorate artistiche. Il comune di Pievepelago ha ottenuto anch’esso il titolo di “Città dell’Infiorata“, accanto alle realtà più famose e più antiche come Genzano nel Lazio (la prima infiorata di Genzano viene realizzata nel 1778) e Spello in Umbria.
E’ lunga e meticolosa la fase di preparazione che anticipa l’allestimento di queste bellissime ma effimere composizioni floreali destinate a durare solo alcune ore. Gli artisti, detti infioratori, si ritrovano circa un mese prima della manifestazione e definiscono tutti gli aspetti organizzativi, sia quelli logistici che quelli creativi. I fiori vengono acquistati ai mercati generali o, se la stagione lo permette, vengono raccolti nei dintorni 3 o 4 giorni prima della domenica del Corpus Domini e vengono poi conservati nelle cantine. Si usano esclusivamente varietà di specie vegetali non protette come il maggiociondolo, l’acacia, la ginestra, la “palla di neve”, la margherita, le felci.
La domenica alle prime luci dell’alba i contorni dei disegni vengono tracciati con gessi colorati lungo il percorso di via Tamburù, la via più antica e suggestiva di Pievepelago. Si iniziano quindi a riempire meticolosamente gli spazi tracciati dai disegni con i petali dei fiori secondo schemi di colori prestabiliti. I petali più leggeri vengono bagnati con l’acqua per evitare che il vento li porti via, le condizioni atmosferiche in cui lavorano gli infioratori possono risultare infatti a volte molto precarie. I soggetti dei tappeti floreali sono prevalentemente di tipo religioso, non sono mancati negli anni richiami a fatti di attualità come in occasione del Giubileo del 2000 o della visita di Papa Giovanni Paolo II nella diocesi di Modena nel 1988. Una volta ultimati i tappeti – secondo l’andamento stagionale vengono realizzati da 10 a 20 composizioni – gli infioratori li collegano tra di loro con cornici e motivi ornamentali, creando così un unico lungo manto di fiori su via Tamburù. Anche le altre strade del capoluogo vengono addobbate con centinaia di rami di ginestra. Dalle 10 alle 12 vi è il momento di maggior lavoro e di maggiore affluenza dei turisti curiosi di vedere gli artisti infioratori all’opera. Alle 12 il lavoro deve essere finito e transita la solenne processione. La tradizione vuole che solo il Sacerdote con l’Ostensorio possa calpestare il manto floreale che resta poi intatto fino a sera.
La festa dell’Infiorata del Corpus Domini abbina la cerimonia religiosa con la celebrazione “pagana” dell’avvento della stagione estiva. La comunità di Pievepelago si offre così in modo originale e spettacolare ai tanti credenti e ai turisti che “vivono” direttamente questa manifestazione.
Per ulteriori informazioni:
Comune di Pievepelago, tel 0536 71322
Pro Loco di Pievepelago, tel 0536 71304
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