Incendi boschivi

Dal 18 luglio entra in vigore lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi, dichiarato dalla Regione fino all'11 settembre. Nei weekend la Protezione civile della Provincia coordina un servizio di avvistamento in montagna con 200 volontari.

Da lunedì 18 luglio a domenica 11 settembre (data prorogata rispetto al 28 agosto) entra in vigore lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi dichiarato dalla Regione Emilia-Romagna, a causa delle condizioni meteo-climatiche, della vegetazione secca e del maggior afflusso di persone nelle zone montane.

Per l’Appennino modenese diventa pienamente operativo il servizio di avvistamento per la prevenzione degli incendi boschivi, in funzione tutti i fine settimana con il coinvolgimento di oltre 200 volontari di protezione civile, la maggior parte dei quali abilitati nei corsi di addestramento organizzati dalla Provincia.

“Basta davvero poco per provocare un incendio – afferma l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari – per questo raccomandiamo la massima cautela a tutti. La vigilanza è importante ma serve soprattutto la collaborazione e il senso civico, soprattutto di chi frequenta la montagna”.

Il servizio di avvistamento inizia sabato 16 luglio ed è coordinato dalla Protezione civile della Provincia di Modena e dalla Consulta provinciale del volontariato per la protezione civile, in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato.

Il servizio allestito prevede sette punti fissi di avvistamento ad alta quota, per tenere sotto controllo ampie zone di territorio, e pattuglie mobili di vigilanza costituite da volontari abilitati alle attività di spegnimento e bonifica, che terranno monitorate le aree più a rischio di incendi boschivi e potranno affiancare il Corpo Forestale dello Stato e i Vigili del Fuoco negli interventi. I punti di avvistamento in Appennino sono: monte Calvanella per la zona di Sestola e Fanano, monte Cantiere a Lama Mocogno, il Sasso della Croce a Guiglia, il monte Nuda a Pievepelago, il monte Ravaglia a Serramazzoni, la Torre di Gaiato a Pavullo e il monte Pizzicano a Serramazzoni. Ogni squadra è attiva dalle 14 alle 19, è collegata con la sala operativa provinciale attiva presso il Centro unificato di protezione civile di Marzaglia, ed è dotata di binocolo, bussola, cartina topografica, e radio portatile. Le pattuglie mobili hanno a disposizione anche strumenti Gps per la rapida localizzazione delle segnalazioni. Gli automezzi sono contrassegnati dalla scritta “Servizio avvistamento incendi boschivi”.

“I volontari – sottolinea Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – svolgono un’attività fondamentale di prevenzione che permette, in caso di necessità, di far intervenire gli addetti allo spegnimento in tempi molto stretti, elemento indispensabile per circoscrivere il più possibile i danni. Tutto questo è possibile sopratutto grazie alla Consulta provinciale del volontariato che organizza e coordina tutte le organizzazioni che fanno protezione civile sul nostro territorio”.

In caso di incendio boschivo la responsabilità dell’intervento di spegnimento è del Corpo forestale dello Stato; se ci sono rischi per persone ed edifici, la direzione delle operazioni passa ai Vigili del fuoco.

Tra le cause più ricorrenti dell’insorgenza degli incendi ci sono purtroppo le disattenzioni degli esseri umani, in particolare di turisti ed agricoltori: i mozziconi di sigaretta abbandonati ancora accesi, le marmitte calde a contatto con sterpaglie secche, fino alla perdita di controllo delle operazioni di eliminazione con il fuoco di residui vegetali.

Ecco un riepilogo dei comportamenti da evitare: è vietato accendere fuochi all’aperto nelle aree forestali, nei terreni saldi o pascolivi, a distanza minore di 200 metri dai loro margini esterni. Anche l’abbruciamento delle “stoppie” delle colture agrarie e della vegetazione erbacea infestante, è vietato a meno di 200 metri da queste zone. Nelle aree forestali, inoltre, è sempre vietato accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, usare motori, fornelli o inceneritori che producono faville o brace, fumare o comunque compiere ogni altra operazione che possa creare pericolo immediato o mediato di incendio.
L’accensione di fuochi è consentita solo su appositi bracieri o focolai nelle aie e cortili di pertinenza di fabbricati o su aree adeguatamente scelte e attrezzate allo scopo, usando le necessarie cautele: occorre previamente ripulire la locazione da foglie, erbe secche e altri materiali facilmente infiammabili, c’è inoltre l’obbligo di riparare il focolare in modo da impedire la dispersione della brace e delle scintille, di tenere il fuoco sempre custodito e di spegnerlo completamente prima di abbandonare l’area.

Nel periodo di “grave pericolosità” sono vietate e sanzionate in modo salato tutte le azioni che siano in grado di determinare l’innesco di un incendio, anche solo potenzialmente. Le multe vanno da mille a 10 mila euro.
Se il comportamento tenuto costituisce reato sono applicate le sanzioni del Codice penale (articolo 423 e seguenti) che prevedono la reclusione da quattro a dieci anni per chiunque provochi volontariamente un incendio doloso su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, e da uno a cinque anni in caso di colpa. Le pene previste sono aumentate se dall’incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree protette.
Inoltre, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque appicca il fuoco a una cosa propria o altrui, se dal fatto sorge anche solo il pericolo di un incendio.

Per le segnalazioni di avvistamenti di un incendio chiunque può intervenire e all’uopo sono attivi 24 ore su 24 i numeri telefonici 1515 della Forestale e 115 dei Vigili del Fuoco: è importante fornire informazioni precise rispetto alla localizzazione.

Pubblicato: 15 Luglio 2011Ultima modifica: 25 Agosto 2011