Domenica 14 ottobre a Soliera si svolge “Il profumo del mosto cotto“, una classica festa autunnale in cui la comunità locale si ritrova a festeggiare nelle vie del centro storico le proprie origini contadine e la vocazione prevalentemente agricola del passato. Si tratta della più importante kermesse che viene organizzata in questa bella e tranquilla cittadina di oltre 13.000 abitanti, situata tra Modena e Carpi, che vanta importanti produzioni di vino (lambrusco di Sorbara Doc e salamino di Santa Croce Doc), parmigiano-reggiano, frutta, barbabietole da zucchero, cereali e di allevamento suinicolo, oltre ad alcune industrie nel campo della meccanica di precisione e della produzione di macchine per la lavorazione del legno, e fiorenti attività artigianali e commerciali.
La festa del mosto cotto è promossa dal Comune di Soliera in collaborazione con la Compagnia Balsamica, l’Associazione locale per la valorizzazione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e che aderisce alla Consorteria di Spilamberto. Il profumo del mosto cotto è quello emanato dalla cottura del mosto d’uva destinato all’acetaia comunale. Fin dalle 8 della mattina i volontari della Compagnia Balsamica iniziano la cottura del mosto d’uva nei tradizionali “fugoun” (grandi fuochi) a legna schierati in piazza Lusvardi, di fronte al castello Campori, l’edificio storicamente più importante di Soliera, la cui esistenza era già documentata nel 1153 e intorno al quale è sorta la comunità locale. E’ questo l’evento principale che caratterizza questa giornata solierese e che ispira il nome dell’intera manifestazione. Il mosto cotto ottenuto serve poi a rimpinguare le botti dell’acetaia comunale.
La cottura del mosto è una delle fasi principali della procedura per ottenere l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Il mosto è un succo non ancora fermentato ottenuto dalla spremitura dell’uva, la materia prima che deriva da vitigni tradizionalmente coltivati nella provincia di Modena, in particolare lambruschi e trebbiano.
L’invecchiamento è poi la fase successiva del metodo di produzione e avviene in una serie di botticelle di legni diversi (castagno, rovere, gelso, frassino, ciliegio, ginepro) e di volume decrescente che vengono tipicamente collocate nei sottotetti delle abitazioni, dove maggiormente si avverte l’escursione termica stagionale tra caldo e freddo. L’invecchiamento produce una lenta e naturale fermentazione e una progressiva concentrazione e densità del prodotto. Ogni anno viene effettuato il travaso dal barile più grande a quello più piccolo, ovvero dal barile dove l’aceto è mediamente più giovane al barile dove l’aceto è mediamente più vecchio. Il barile più piccolo della serie fornisce qualche litro di prodotto finale mentre il mosto cotto viene aggiunto nel barile più capiente fino a compensare la quantità travasata nei recipienti di minori dimensioni.
Alcuni comuni della provincia hanno predisposto una propria acetaia, al fine di valorizzare e tramandare questa tradizione enogastronomica così diffusa nel territorio modenese: oltre a Soliera hanno una propria acetaia comunale le città di Modena, Carpi, Sassuolo e Vignola. A Spilamberto c’è poi il Museo del Balsamico Tradizionale, un luogo dove turisti, studenti, appassionati e curiosi possono assaporare l’aroma del prezioso prodotto, conoscerne la storia e scoprire gli aspetti più curiosi di una tradizione che permane di generazione in generazione.
La festa di Soliera è una delle tante manifestazioni autunnali che si svolgono nella nostra provincia dedicate principalmente all’aceto balsamico, il cosiddetto “oro nero di Modena” che può arrivare a costare diverse centinaia di euro al litro. Ma la festa de “Il profumo del mosto cotto” intende anche valorizzare tutte le tradizioni enogastronomiche locali, la storia e la cultura contadina della bassa pianura modenese.
Nel corso della giornata sono in programma nelle vie e nelle piazze del centro storico degustazioni di piatti della tradizione contadina, gnocco fritto, polenta e salsiccia, belsòun e savòr.
Il programma della manifestazione prevede anche le rappresentazioni di antichi mestieri e artigianato artistico a cura della Compagnia del Sipario Medievale di Verona, esposizioni di auto, moto e trattori d’epoca, esposizione di auto della Ferrari, concerti e balli folkloristici all’aria aperta, iniziative per i bambini. Sono presenti anche gli stand delle associazioni, il punto informativo dell’Avis e dell’Ant con prova gratuita del colesterolo e una visita per controllare la presenza di melanomi della pelle. Non manca il classico mercato straordinario degli ambulanti mentre anche la biblioteca comunale nel Castello Campori recentemente restaurato rimane aperta dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 con un mercatino dei libri.
“Il profumo del mosto cotto” è insomma una festa autenticamente popolare, ispirata alle tradizioni contadine locali, una piacevole e riposante occasione di soggiorno nella tranquilla cittadina solierese, degustando i prodotti tipici della tradizione gastronomica modenese e le specialità all’aceto balsamico tradizionale di Modena.
Per maggiori Informazioni:
tel. 059 568581/2
e-mail info@comune.soliera.mo.it