Il mercato del lavoro modenese

Giovedì 18 maggio è stato presentato il Rapporto 2005 dell'Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro

E’ stato illustrato giovedì 18 maggio il Rapporto 2005 dell’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro i cui dati tengono conto dell’indagine campionaria sulla forza lavoro e dell’attività dei Centri per l’impiego. «Emerge chiaramente – ha affermato l’assessore provinciale al Lavoro Fabrizio Righi – la fotografia di una realtà solida, di piena occupazione, e molto dinamica che però non deve farci dimenticare le difficoltà di alcuni settori economici, così come la necessità di una riflessione sui cambiamenti dei rapporti di lavoro».

I dati principali che emergono dal Rapporto sono i seguenti:
Il tasso di attività (che misura l’offerta di lavoro ovvero il rapporto tra la forza lavoro sul totale della popolazione) ha raggiunto il livello record del 72,1 per cento, con un aumento dello 0,3 per cento rispetto all’anno precedente. Ciò significa che a Modena, nella fascia di età tra i 15 e 65 anni, 72 persone su cento risultano occupate o in cerca di occupazione, dieci punti in più rispetto alla media nazionale.
Le persone occupate sono 306.220 con una crescita dell’1,2 per cento rispetto al 2004; stabile la dinamica sia nell’attivazione di nuovi rapporti di lavoro (100.589) sia nelle cessazioni (100.046). Un contratto su quattro (24.800) riguarda cittadini stranieri.
Anche il tasso di disoccupazione (che misura il rapporto tra le persone in cerca di lavoro rispetto al totale della forza lavoro) è aumentato e raggiunge ora il 3,5 per cento indicando una maggiore intensità per quanto riguarda la ricerca di un lavoro; il tasso di disoccupazione giovanile cresce dello 0,2 per cento, portandosi al 12,1 per cento mentre il tasso di disoccupazione femminile è aumentato dello 0,5 per cento fino a toccare il 5,2 per cento.
A confermare questo maggiore dinamismo nella ricerca di un lavoro si constata l’aumento nel 2005 degli utenti dei Centri per l’impiego passati da 23.500 a quasi 27 mila (il 63,8 per cento donne).
Gli iscritti alle liste di mobilità hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi anni: 4.674 persone, 1.117 lavoratori in più rispetto al 2004; le aziende con più di 15 dipendenti che hanno avviato procedure di mobilità “collettive” sono state 79 rispetto alle 74 dell’anno precedente ma con un minore numero di dipendenti coinvolti (1.045 rispetto a 1.538). Queste procedure sono state utilizzate principalmente dai settori tessile-abbigliamento (23 aziende), ceramica (14) e metalmeccanica (12). La maggior parte dei lavoratori in mobilità si concentra nelle fasce di età tra i 45 e i 54 anni (1.429) e tra i 35 e i 44 anni (1.398). Le donne in mobilità rappresentano la maggioranza dei lavoratori: sei su dieci, complessivamente 2.758.
L’incidenza dei rapporti a termine sui nuovi avviamenti al lavoro è complessivamente salita al 49,3% nel 2005, con un dato del 55,3% per le donne. Nel lavoro part-time l’incidenza sugli avviamenti è stata del 15% mentre considerando le sole donne il dato sale al 34,7%. I contratti di lavoro interinale sono il 15,4%, quelli di apprendistato il 9%.
Dal punto di vista settoriale, a cavallo dell’ultimo biennio si contraggono gli avviamenti nei settori industriali (quasi 2.000 in meno) interessando in particolare la produzione di metalli e il tessile-abbigliamento, stabile l’andamento per la ceramica e l’industria alimentare, registrano invece un’espansione degli inserimenti lavorativi la produzione di macchine e apparecchiature meccaniche e il biomedicale. Negativa la tendenza nel settore delle costruzioni mentre è positiva la dinamica dei servizi, in particolare nei settori immobiliare e finanziario.

Tra le Novità del Rapporto 2005 una serie di approfondimenti distrettuali (Modena, Carpi, Mirandola, Pavullo, Sassuolo, Vignola) per analizzare nel dettaglio le caratteristiche peculiari dei diversi territori.

Pubblicato: 18 Maggio 2006Ultima modifica: 15 Aprile 2020