Gli Etruschi a Castelvetro

Dal 29 marzo al 28 settembre il comune di Castelvetro propone la mostra "Banchetto e Simposio in Etruria. Simboli e Immagini del Potere". In esposizione reperti della civiltà Etrusca sul tema del banchetto provenienti soprattutto dalle necropoli padane.

A Castelvetro sabato 29 marzo alle 17 inaugura la mostra intitolata “Banchetto e Simposio in Etruria. Simboli e Immagini del Potere“. Questa esposizione si propone di ricostruire l’evoluzione del costume del banchetto e del simposio (ovvero il momento del banchetto dedicato al bere), nell’ambito del periodo di massima fioritura della civiltà Etrusca, tra il VII e il V secolo prima di Cristo. La mostra rimane aperta fino a domenica 28 settembre ed è stata allestita nel Centro storico di Castelvetro, presso lo Spazio espositivo Pake (trascrizione del nome etrusco del dio Bacco), in via Cialdini n. 9.

I materiali esposti sono reperti originali etruschi che provengono da abitati ed aree di culto, ma soprattutto da necropoli. Il nucleo centrale è costituito dal corredo di due tombe: il corredo della tomba numero 2 della necropoli della Galassina di Castelvetro, e il corredo della tomba numero 26 della necropoli di Casalecchio di Reno nel bolognese. Si aggiungono reperti provenienti da Verucchio in provincia di Rimini e dall’Etruria meridionale. L’area geografica di riferimento della mostra è quindi tutta quella denominata “Etruria”, ma riguarda soprattutto la zona padana, un’area che rimane periferica rispetto al cuore dell’antica civiltà Etrusca, posto tra la Toscana e il Lazio, ma che presenta la stessa matrice culturale, le stesse dinamiche sociali, le stesse espressioni artistiche ed artigianali.

Si tratta di una mostra di dimensioni limitate, ma molto precisa nella descrizione di un’originale quanto interessante prospettiva di lettura della civiltà Etrusca, una società in cui l’esibizione del lusso assume grande importanza. Il banchetto, che sia un rituale funebre o un festeggiamento pubblico o privato, è un evento che riveste grande rilievo sociale e che serve ad esibire la ricchezza di chi lo organizza, secondo l’equazione potere=piacere. La rappresentazione del banchetto è infatti un tema centrale nelle tombe delle necropoli etrusche, una vera e propria messa in scena teatrale destinata all’ostentazione del rango del defunto, con l’ipotesi di poter proseguire anche nell’aldilà i fasti di una esistenza lussuosa.

La mostra propone un percorso cronologico in tre sezioni relative ai secoli dal VII al V prima di Cristo. Si illustra come evolvono non solo le modalità del banchetto ma anche il modo di rappresentarlo, in base alle ricostruzioni scenografiche degli interni delle tombe: banchettare seduti in trono come re, comodamente serviti a tavola (tipico del VII secolo a.c.), oppure sdraiati sui letti alla moda dei Greci (come si usava nel VI secolo a.c.), su quelle klinai che diventeranno i triclini dei Romani, o il simposio cosiddetto all’etrusca, mescolando cibo, vino, giochi, danze e il sesso (costume in voga nel corso del V secolo a.c.).

L’allestimento della sezione dedicata al VII secolo a.c. prevede uno spazio arredato con trono, poggiapiedi e tavolino circolare a tre gambe, con vasi per bere e mangiare, tra cui coppe incise con decorazioni. Si tratta in questo caso di reperti provenienti dalla necropoli villanoviana di Verucchio, una località sede di un importante Museo Archeologico, posta in una vantaggiosa posizione all’imbocco della val Marecchia, naturale via di comunicazione tra la Romagna e l’Etruria centrale e meridionale.

La moda di banchettare sdraiati su letti proviene invece dall’Oriente, si diffonde dapprima in Grecia, poi nel corso del VI secolo a.C. diventa anche in Etruria un’abitudine generalizzata tra le classi di rango elevato. L’allestimento della seconda sezione della mostra dedicata al VI secolo a.c. propone in questo caso un’ambientazione ispirata alle pitture delle tombe di Tarquinia (Viterbo), nell’Etruria meridionale. Vi sono klinai con stoffe e cuscini colorati, tipici tavolini trapezoidali a tre gambe, vasi etruschi e greci (originali e di imitazione). Il vasellame proviene in questo caso dalla Collezione Chierici conservata ai Musei Civici di Reggio Emilia.

La terza sezione della mostra è quella più importante ed introduce la dimensione ludica e spettacolare del banchetto etrusco tipico del V secolo avanti Cristo. Le tombe dipinte risalenti a questo periodo mostrano scene di danza al suono di flauti, cetre e crotali, e in generale tutti i corredi di un certo livello annoverano, oltre ai tradizionali arredi (candelabri e tavolini) ed al servizio in bronzo per la libagione, anche oggetti che alludono a giochi, come pedine e dadi.
In questa sezione della mostra viene esposto il prestigioso corredo funerario recuperato proprio a Castelvetro nella necropoli della Galassina, che comprende un totale di 35 tombe rinvenute grazie agli scavi effettuati dal 1841 e soprattutto nella seconda metà dell’ottocento. Si tratta di materiale esposto al Museo Civico Archeologico ed Etnologico di Modena fin dai tempi della scoperta e temporaneamente riportato nel luogo del suo rinvenimento. I reperti in mostra sono il corredo della tomba numero 2, appartenente ad un individuo maschile che occupava una posizione di una certa importanza all’interno della comunità, in un periodo collocabile poco dopo la metà del V sec. prima di Cristo. Oltre al vasellame per il consumo del vino e a un candelabro con cimasa figurata (assunto a emblema della mostra), vi sono 23 pedine in pasta vitrea e un dado da gioco che rimandano alla dimensione ludica del simposio.
Al materiale proveniente dalla locale necropoli etrusca di Castelvetro si aggiunge il corredo funebre della tomba 26 della necropoli di Casalecchio di Reno, cittadina posta all’immediata periferia di Bologna, in una posizione chiave per il controllo della valle del fiume Reno, principale via di comunicazione con l’Etruria. Questa tomba è datata intorno alla metà del V secolo a.C., ed è stata rinvenuta nel 1993. Si tratta di una tipica camera ipogea, sotterranea, segnalata all’esterno da un tumulo di terra e da una stele decorata a bassorilievo. Lo spazio interno assume quasi le dimensioni di una stanza in cui trovavano posto un letto con vicina l’urna delle ceneri del defunto e, di fianco, un piccolo tavolino con le pedine e i dadi da gioco. Il corredo della tomba 26 di Casalecchio viene esposto al pubblico per la prima volta ed è ricchissimo di riferimenti al simposio. Si tratta di vasellame ceramico d’importazione Greca, un grande cratere per mescolare acqua e vino, un servizio in bronzo per la mescita nonché pedine di vari colori, dadi in osso e il classico candelabro treppiede. Le rappresentazioni figurate fanno riferimento ai riti in onore del dio Dioniso (Bacco per i Romani, il dio del vino), e poi c’è l’insistenza sul tema della danza, all’interno come all’esterno della tomba.

La mostra “Banchetto e Simposio in Etruria. Simboli e Immagini del Potere” è promossa dal Comune di Castelvetro, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna, il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, i Musei Civici di Reggio Emilia, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia Romagna, della Provincia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

E’ in corso di pubblicazione un catalogo illustrato a cura dell’Archeologa Daniela Locatelli, funzionaria della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e curatrice della mostra, il cui allestimento è stato invece progettato dall’architetto Riccardo Merlo.

L’esposizione rientra in un più ampio progetto di approfondimento della presenza degli insediamenti Etruschi a Castelvetro: nel 2006 è stato pubblicato il libro “Castelvetro. Archeologia e ricerche topografiche” ed è stato inoltre realizzato un corso di formazione sulle tecniche ceramiche etrusche, mentre nel dicembre 2007 si è tenuta una importante tavola rotonda sulla presenza etrusca nella padania occidentale e sul tema che più specificatamente ha caratterizzato la mostra.

L’esposizione è aperta al pubblico il venerdì dalle 15.30 alle 19.30, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. L’ingresso è gratuito.
Il martedì e il venerdì mattina sono riservati alle visite guidate per le scolaresche. Le visite possono essere prenotate ai numeri di telefono 059.758836 oppure 059.758818.

Per informazioni generali:
tel 059.758875

Pubblicato: 27 Marzo 2008Ultima modifica: 16 Aprile 2020