Il Giorno del Ricordo si celebra il 10 febbraio in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale del secondo dopoguerra. La ricorrenza è stata istituita con legge della Repubblica Italiana n. 92 del 30 marzo 2004. La data del calendario scelta si riferisce al 10 febbraio 1947, giorno in cui venne stipulato il Trattato di pace di Parigi che tra le varie disposizioni assegnò alla ex-Jugoslavia i territori dell’Istria e della Dalmazia, occupati nel corso della guerra dai partigiani di Tito.
Per diffondere la conoscenza dei tragici eventi in oggetto e conservarne la memoria, la legge che ha istituito il Giorno del Ricordo prevede che vengano organizzate iniziative a favore dei giovani delle scuole di ogni ordine e grado, e promossi studi, convegni, incontri e dibattiti.
In occasione dell’edizione 2009 della Giornata del Ricordo, in provincia di Modena sono state promosse alcune iniziative a cura dei Comuni di Carpi e Modena, in collaborazione con la Provincia, la Fondazione ex Campo Fossoli e l’Istituto storico di Modena. Viene riproposta a Carpi la mostra storico-documentaria “Profughi nel silenzio. Gli esuli giuliano-dalmati a Modena e Carpi”, già allestita l’anno scorso. Sono stati inoltre organizzati alcuni seminari a Carpi e a Modena e infine vi è un programma didattico previsto per le scuole. Quest’anno al centro dell’attenzione dei seminari sono le vicende del campo di concentramento di Goli Otok e la ricostruzione di alcuni aspetti dell’esodo giuliano.
La mostra “Profughi nel silenzio. Gli esuli giuliano-dalmati a Modena” viene allestita a Carpi presso la Sala delle Vedute di Palazzo Pio e rimane visitabile dal 7 al 28 febbraio. La provincia modenese è stata una delle mete più significative nel territorio emiliano per i profughi giuliani. In particolare fin dal 1947 a Modena presso la Manifattura tabacchi trovarono lavoro parecchi di coloro che già erano impiegati nelle manifatture istriane di Rovigno, Pola, Fiume e Zara. Numerose inoltre furono le famiglie di profughi giuliani, provenienti prevalentemente dalla “Zona B” del Territorio Libero di Trieste, che dal 1954 al 1970 vissero nel Villaggio San Marco, creato a Carpi nell’ex campo di concentramento di Fossoli. La mostra documenta l’esodo dei profughi giuliani verso il territorio modenese, il loro arrivo, l’accoglimento e il non sempre facile processo di integrazione. Il percorso espositivo ricostruisce le storie di alcune di queste famiglie di migranti, con materiale inedito messo a disposizione dagli stessi protagonisti dell’esodo. L’orario di visita della mostra di Palazzo Pio è venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Per informazioni e prenotazioni di visite guidate per le scolaresche (anche nei giorni feriali) tel. 059688272, e-mail fondazione.fossoli@carpidiem.it.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, sabato 7 febbraio alle 17 presso la Sala delle Vedute di Palazzo Pio a Carpi è in programma il primo degli incontri. Ospiti principali della tavola rotonda sono Dunja Badnjevic e lo storico Marco Coslovich. La prima presenta il suo libro L’isola nuda (Bollati Boringhieri, 2008), opera prima in cui ripercorre la storia del padre detenuto a Goli Otok, mentre il secondo propone il suo documentario Il tramonto di Spartaco (2008), che mette a confronto la memoria dei deportati dei campi nazisti e di quelli comunisti. Conduce la giornalista Giulia Bondi e interviene Marzia Luppi, direttrice della Fondazione ex campo Fossoli Nel corso dell’incontro gli attori Ivan Cattini e Davia Bulgarelli leggono brani tratti da L’isola nuda e viene proiettato il trailer del documentario Il tramonto di Spartaco.
Goli Otok (Isola Calva) è un grande sasso in mezzo al mare nel golfo del Quarnaro in Croazia, arido, riarso dal sole d’estate e battuto dalla bora gelida d’inverno. L’Isola Calva è divenuta tristemente famosa nel secondo dopoguerra quale sede di un terribile campo di concentramento della Jugoslavia destinato a ospitare gli oppositori al regime di Tito. Sull’isola vennero deportati molti dei comunisti vicini alle posizioni staliniste, dopo la rottura tra Tito e Stalin del 1948. Oltre a questi, il campo ospitò detenuti politici anticomunisti, criminali comuni e anche tanti italiani, fascisti e non solo, deportati dall’Istria, da Trieste, Gorizia e Monfalcone. Si stima che nel periodo dal 1948 al 1956 i prigionieri siano stati oltre 30 mila, dei quali circa 4.000 trovarono la morte per torture o sfinimento, a causa dei trattamenti disumani subiti. In questo campo ogni tipo di solidarietà tra i prigionieri veniva spezzata fin dall’ingresso, e gli stessi prigionieri venivano fatti diventare gli aguzzini dei propri compagni. L’isola cessò di essere un campo di “rieducazione politica” nel 1956, ma la colonia penale fu chiusa definitivamente solo nel 1988.
Un secondo seminario sull’argomento del campo di concentramento di Goli Otok è previsto nella stessa giornata di sabato 7 febbraio alle 21 a Modena presso la Sala conferenze “G. Ulivi”, in viale C. Menotti 137. Il programma della serata propone tre interventi, e precisamente la presentazione del libro Ricordi in esilio (2009), testimonianze su Goli Otok raccolte da Giulia Rocco, l’ascolto del documentario sonoro “Il sogno di una cosa. Contadini e operai friulani e monfalconesi nella Jugoslavia di Tito” (2006), di Andrea Giuseppini e prodotto da Radioparole, con l’accompagnamento di fotografie di Giovanna Gammarota, e infine la proiezione del documentario “Il tramonto di Spartaco” (2008), di Marco Coslovich. Oltre agli autori interviene Christian Elia, inviato di Peacereporter.
Il terzo e ultimo seminario è previsto venerdì 13 febbraio alle 17, presso la Sala studio dell’Istituto storico in viale C. Menotti 137 a Modena. Interviene Maria Luisa Molinari che tratta alcuni aspetti del complesso problema dell’esodo giuliano-dalmata. Viene ricostruita la storia della comunità giuliana insediatasi a Fertilia di Alghero in Sardegna, e la “storia tipo” di una famiglia istriana tra i campi profughi di Trieste e in Canada. Questo seminario è ad ingresso gratuito ma a numero chiuso (20 posti), con obbligo di iscrizione. Per informazioni ed iscrizioni: Istituto storico di Modena, tel. 059219442, e-mail segreteria@istitutostorico.com.
Per quanto riguarda il programma scolastico, oltre alle possibili visite guidate alla mostra di Carpi viene inviata alle scuole una bibliografia e un elenco di video per progettare eventuali percorsi didattici e di approfondimento dei temi relativi alla giornata del ricordo. Sono inoltre previsti interventi a richiesta nelle scuole superiori del territorio modenese, a cura della dottoressa Mila Orlic. Per informazioni e prenotazioni: Fondazione ex campo Fossoli, tel. 059 688272, e-mail fondazione.fossoli@carpidiem.it.