La Provincia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena hanno istituito nel 2006 un fondo congiunto per progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo. Ogni ente ha destinato una quota di 150.000 euro per un totale di 300.000 euro. Queste forme di aiuto sono finalizzate all’attuazione e al consolidamento di processi di crescita economica, sociale e culturale nei paesi in via di sviluppo. Si tratta di iniziative pubbliche e private inserite prioritariamente in programmi concordati con i paesi beneficiari. Nel cercare co-finanziamenti per i propri interventi di cooperazione internazionale, le Associazioni di volontariato hanno sempre svolto un’attività di “fund raising” presso Fondazioni bancarie ed Enti Locali. La creazione di questo fondo unico viene incontro alla necessità di razionalizzare il flusso di finanziamenti, consente alle associazioni di ridurre i costi di istruttoria e di gestione mentre dal punto di vista dei soggetti eroganti si favorisce una più equa distribuzione delle risorse.
Il presidente della Provincia Emilio Sabattini commenta che “Nel decimo anno di attività del fondo provinciale, grazie alla Fondazione è stato possibile raddoppiare il contributo e premiare la qualità dei progetti presentati dai volontari modenesi. Sono ormai quasi 200 le iniziative di cooperazione internazionale finanziate dalla Provincia un po’ in tutto il mondo, sono stati costruiti acquedotti, organizzati corsi di formazione, realizzate strutture sanitarie, centri per minori e altre attività per rispondere al bisogno di giustizia che caratterizza la situazione internazionale.”
Nei giorni scorsi si sono conclusi i lavori della commissione tecnica della Provincia e della Fondazione che ha scelto di co-finanziare complessivamente 26 iniziative di solidarietà che attivano investimenti per circa due milioni e mezzo di euro. Ai sei progetti della prima fascia vanno complessivamente 139 mila euro, altre 13 iniziative si suddivisono 123 mila euro e sette progetti ottengono 5 mila euro ciascuno.
I criteri di valutazione della commissione tecnica hanno premiato in primo luogo la qualità dei progetti, poi l’esperienza dei promotori, il coinvolgimento delle realtà istituzionali dei Paesi in via di sviluppo, la collaborazione di più organizzazioni, la presenza di volontari modenesi e il coinvolgimento finanziario di altri enti locali.
Il bando congiunto della Provincia e della Fondazione aveva peraltro circoscritto e indirizzato sia gli ambiti di intervento che potevano essere proposti sia la tipologia delle spese ammissibili, mirando a progetti in grado di apportare benefici stabili e duraturi nel tempo. Gli ambiti di intervento possibili erano la lotta contro le malattie e la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare, l’impegno contro la siccità e la desertificazione e gli interventi per le infrastrutture economiche e socioculturali, la tutela e la valorizzazione delle risorse umane, con particolare attenzione alle donne e all’infanzia. Le spese ammesse a contributo erano quelle relative alla costruzione e alla ristrutturazione di immobili, l’acquisto di attrezzature, l’acquisto di terreni e la loro valorizzazione (bonifiche, rimboschimenti, parchi), l’attività di microcredito e i fondi rotativi. Non sono state finanziate, invece, spese correnti per beni di consumo, costi di gestione e di trasporto, oneri finanziari. Le spese per i volontari italiani che operano nel progetto non potevano poi superare il 20 per cento del costo complessivo.
Ed ecco infine l’elenco dei 26 progetti finanziati.
Dei 6 progetti ai primi posti della graduatoria del fondo unico per la cooperazione internazionale 5 sono previsti in diverse regioni dell’Africa e 1 è localizzato in Brasile:
– con Cefa si porta l’energia elettrica nel villaggio di Ikondo in Tanzania allacciando 50 abitazioni, l’asilo e le attività agricole;
– nell’Ura Valley in Kenya l’associazione Kumbe migliora il sistema idrico portando l’acqua a 250 mila persone nella zona dove sono impegnati i missionari della Consolata;
– Ghanacoop organizza un corso di formazione per 60 persone impegnate nella coltivazione e nella commercializzazione di ananas nel distretto di Gomoa in Ghana;
– in Etiopia a Quihà si costruisce una sala nell’ambito del centro Hewo;
– in Madagascar si completa l’ospedale pediatrico promosso dall’associazione Corassori;
– in Brasile, a Itapirapuà, nel centro intitolato a don Beccari, con Modena Terzo mondo si svolgono corsi di formazione per panettieri e si realizza un asilo per 50 bambini.
Anche tra i progetti di seconda e terza fascia la maggioranza sono localizzati in Africa: sono previsti interventi nello Zambia (associazione Papa Giovanni XXIII con il progetto Rainbow), in Mozambico (Iscom Cisl per la prevenzione dell’Aids), nel Burkina Faso (I Bambini nel deserto), in Congo con gli Amici di Moma Amibo della Città dei ragazzi, e ancora in Tanzania (Insieme per le missioni), in Etiopia (Modena per gli altri) e in Ghana (Africa libera con una scuola di falegnameria e meccanica a Nkorenza). In Madagascar intervengono anche La nostra Mirandola (una casa per ragazze in difficoltà ad Ambalavao) e Scilla (un acquedotto ad Ambohimandroso). Nel territorio del Saharawi, Kabara Lagdaf costruisce poi una struttura per attività culturali a Ekl Ayuon.
Nel continente centro e sudamericano, viene realizzato il progetto Rio della speranza in Brasile da parte dell’associazione Amazzonia sviluppo, le Guardie ecologiche volontari (Gev) proseguono l’impegno ambientale nel Costarica e l’Aseop interviene in Paraguay.
Nel continente asiatico è in programma un intervento di Emergency in Afghanistan con l’acquisto di un’ambulanza per i centri sanitari nella valle del Panshir. Mani Tese è impegnata in India per lo sviluppo socio economico dei “fuori casta” a Batlangundu. Nello Sri Lanka interviene l’associazione Cose dell’altro mondo con il progetto Aralya.
Sono quattro infine i progetti finanziati che riguardano l’Europa. Tra Serbia, Ungheria e Bosnia si sviluppa quello promosso dall’Arci (“Peer in contact”) per favorire scambi internazionali giovanili, mentre in Ucraina, nella regione di Kiev, Polivalente 87 e Gino Pini intervengono nelle scuole dell’obbligo. In Kosovo, a Klina, Reggio Terzo mondo realizza un progetto per lo sviluppo integrato nei settori agricoli e zootecnici e per la promozione della donna in comunità multietniche. Avsi Fondazione interviene in Albania per il rafforzamento dei centri diurni per minori.
Sono previsti monitoraggi periodici sulla effettiva realizzazione di tutte le iniziative.