Mentre tutto è pronto per l’avvio della vendemmia 2011, la Provincia apre il bando annuale per concedere contributi ai viticoltori che intendono ammodernare i vigneti: per ristrutturare o riconvertire i filari sono a disposizione risorse pari a un milione e 700 mila euro. E’ già possibile presentare le domande (il termine scade il 30 novembre) ad Agrea esclusivamente con modalità elettronica (tramite un Centro di assistenza agricola) o mediante abilitazione all’accesso al sistema operativo di Agrea stessa.
Tutte le informazioni sulle modalità del bando sono disponibili nel sito di Agrimodena (vedere nei link utili a fianco).
I contributi finanziano l’acquisto di materiali come pali, fili, ancore, tiranti e barbatelle, ma anche le spese relative alla manodopera.
Sono previsti contributi intorno agli otto mila euro a ettaro, a cui si possono sommare ulteriori aiuti, in base alle superfici interessate, in caso di estirpazioni e contestuale reimpianto.
«Quest’anno – commenta Giandomenico Tomei, assessore provinciale all’Agricoltura – la vendemmia può partire in anticipo grazie alle temperature primaverili piuttosto miti e con ottimi presupposti sia per le quantità che per qualità delle uve. Le risorse che mettiamo a disposizione hanno come obiettivo il migliorare le strutture produttive locali attraverso l’ammodernamento degli impianti e dei vigneti, un processo avviato da diversi anni e che ora sta fornendo i primi risultati; il più evidente – sottolinea Tomei – è il ringiovanimento dei vigneti: ora oltre un terzo ora ha meno di dieci anni su una vita media di circa 20. Si tratta della migliore garanzia in vista delle sfide che ci attendono per il futuro in questo settore così importante per il nostro territorio».
In questi ultimi dieci anni la Provincia, infatti, ha concesso contributi pari a 14 milioni di euro a oltre 1700 agricoltori, per un totale di 2.560 ettari di vigneti ammodernati, ovvero circa un terzo della superficie agricola vitata nel territorio modenese.
Secondo i dati del Catasto Viticolo della Provincia di Modena, degli oltre 7.600 ettari di superficie vitata (coperta da vigneti) ben 6.754 ettari (l’88 per cento) sono dedicati a vitigni a denominazione di origine controllata o protetta (doc/dop). Le aziende sono 3.860 aziende di cui 3.503 con produzioni doc/dop.
La superficie vitata è in calo (era di poco superiore agli otto mila ettari nel 2009), ma i vigneti sono ora più giovani e più efficienti grazie alle ristrutturazioni; calano complessivamente anche le aziende (per effetto di ristrutturazioni e fusioni), ma resta stabile il numero di quelle che producono vini dop/doc. Dai dati del catasto viticolo provinciale, emerge anche che le cantine di trasformazione dell’uva in vino nel modenese sono 110, di cui 40, le più importanti come dimensione, nelle zone dedicate ai lambruschi.
«Nel 2010 – aggiunge Tomei – il Lambrusco è stato il vino più amato dagli italiani ed è anche quello più esportato. Per mantenere questi risultati a livello di mercato occorre puntare sempre di più sulla qualità e sul legame con il territorio. Segnali positivi arrivano anche dalla nuova dop Lambrusco di Modena che si sta affermando sul mercato».
Dopo il riconoscimento Doc per il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Salamino di Santa Croce e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro nel 1970 (con la nuova normativa diventeranno Dop), nel 2009 è stato riconosciuto Dop anche il Lambrusco di Modena.
Nel 2010 nel modenese sono stati prodotti quasi 88 milioni di litri di vino doc/dop, in gran parte lambruschi.
Oltre ai lambruschi, nel territorio modenese si coltivano diverse varietà di vitigno come l’ancellotta, il trebbiano modenese, il montù, il pignoletto, il marani, il maestri, poi barbera, albana, pinot bianco, cabernet souvignon, malvasia bianca, sangiovese, merlot, alionza, pinot nero, syrah e traminer aromatico.
Tra le curiosità del catasto spicca la presenza di vitigni con superfici modeste ma di elevata qualità e di un certo rilievo per la salvaguardia delle biodiversità che la Provincia intende valorizzare con progetti specifici; tra questi figurano il trebbiano di Spagna (chiamato ora Trebbianina), l’uva Tosca, la gavetta, l’alionza, la ruznintena e la ciocchella.