Consiglio provinciale straordinario sul Giorno della Memoria

A Montese venerdì 25 gennaio si svolge una iniziativa per commemorare le persecuzioni degli ebrei in Appennino. E' il quarto evento istituzionale che dal 2005 tocca i principali luoghi simbolo legati al giorno della memoria nel territorio modenese, dopo Carpi, Nonantola e Finale Emilia.

In occasione della giornata della memoria dedicata al ricordo dello sterminio del popolo ebraico nei lager nazisti, venerdì 25 gennaio a Montese ha luogo una seduta straordinaria del Consiglio provinciale. L’evento si svolge presso la Sala polivalente monsignor Dallari in Via Pio Cuoghi 75 a partire dalle 16.

L’iniziativa è stata organizzata per ricordare la persecuzione antiebraica nell’Appennino modenese durante il secondo conflitto mondiale e fa parte di un ideale itinerario intrapreso dal 2005 in poi, nel corso del quale ogni anno è stato organizzato un Consiglio provinciale straordinario in luoghi simbolo del territorio modenese, legati in un qualche modo allo sterminio e alle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei lager nazisti.

Sottolinea il presidente del Consiglio provinciale Luca Gozzoli che “L’appuntamento istituzionale anche quest’anno si svolge in un luogo simbolo della memoria del nostro territorio, strettamente legato alla Linea Gotica. Prima Carpi, con il campo di Fossoli e il Museo al Deportato, poi Villa Emma a Nonantola e, lo scorso anno, Finale Emilia, dove risiedeva la comunità ebraica più importante della provincia. Il significato di queste scelte è quello di approfondire ogni anno un aspetto della nostra storia attraverso testimonianze concrete del territorio per dare maggiore valore alle celebrazioni”.

Dopo il saluto del sindaco di Montese Carlo Castagnoli e l’introduzione del presidente del Consiglio Gozzoli, nell’incontro di venerdì 25 gennaio è previsto l’intervento di Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto storico di Modena al quale seguono due relazioni: “Braccati. La persecuzione antiebraica nell’Appennino modenese 1943-1945”, a cura del giornalista Walter Bellisi che al tema ha dedicato una ricerca storica che sarà presto pubblicata, e “Linea Gotica. La testimonianza di un protagonista”, proposta da Francesco Berti Arnoaldi Veli, presidente nazionale della Federazione italiana associazioni partigiane e presidente della Fondazione ex Campo Fossoli. Dopo le considerazioni dei rappresentanti dei gruppi consiliari conclude i lavori Emilio Sabattini, Presidente della Provincia di Modena.

L’Appennino modenese fu un rifugio per gli ebrei che a iniziare dal 1943 fuggirono dalle città e cercarono riparo sulle montagne. Il giornalista e scrittore Walter Bellisi ha documentato la presenza in Appennino di un’ottantina di ebrei italiani in quel periodo, mentre quelli stranieri erano 84 nel maggio del ’43. Gli arrestati furono tre italiani a Montefiorino e due stranieri: uno a Gaiato di Pavullo e uno a Montetortore di Zocca.
“In montagna, come in pianura – ricorda Bellisi – quasi in modo spontaneo, sorse una fitta catena di solidarietà che vide insieme preti cattolici, partigiani di qualsiasi colore, semplici contadini, ma anche podestà e funzionari pubblici. Molti ebrei così vennero salvati, altri invece finirono nelle camere a gas dei campi di sterminio”.
L’altro argomento della giornata è quello della Linea Gotica, che andava dal Tirreno all’Adriatico e faceva parte di un sistema di fortificazioni tedesche per contrastare l’avanzata degli alleati provenienti da sud.

Il primo Consiglio provinciale straordinario sul Giorno della memoria si svolse a Carpi lunedì 25 gennaio 2005 alla presenza di Amos Luzzatto, Presidente delle comunità ebraiche italiane. Luzzatto dichiarò in quella occasione che la Shoah è ancora attuale. La seduta venne preceduta da una visita di una delegazione di consiglieri all’ex campo di Fossoli, con deposizione di una corona, e al Museo monumento al Deportato. L’ex campo di Fossoli e il Museo al Deportato di Carpi sono i due luoghi forse più importanti in provincia di Modena a testimonianza storica dell’Olocausto e delle deportazioni nei lager nazisti.

Nel 2006 il Consiglio straordinario ebbe luogo mercoledì 25 gennaio a Villa Emma di Nonantola, un altro dei luoghi simbolo modenesi della giornata della memoria. L’episodio di Villa Emma risale al periodo tra il 1942 e il 1943, quando in questa struttura vissero 73 ragazzi ebrei profughi. All’arrivo dell’esercito tedesco i cittadini di Nonantola riuscirono prima a nascondere e poi a far fuggire in Svizzera questi giovani ebrei perseguitati. Oggi i “ragazzi di villa Emma” si ritrovano ogni anno a Nonantola per ricordare questi eventi. Nel corso di quel Consiglio provinciale straordinario l’intervento centrale fu quello di Bruno Segre, autore di testi sulla storia degli ebrei e sulla Shoah.

Nel 2007 infine il Consiglio straordinario della memoria si svolse mercoledì 24 gennaio a Finale Emilia, sede di una comunità ebraica rilevante e di un cimitero. In tale occasione, da ricordare l’intervento dell’esperta di storia locale Maria Pia Balboni che illustrò le peripezie degli ebrei di Finale Emilia nel corso della Shoah. Ci fu una vittima finalese, Ada Osimo, una farmacista cinquantenne che poi morì ad Auschwitz. Venne anche ricordata la figura di don Benedetto Richeldi, un prete partigiano all’epoca vice parroco di Massa Finalese, che, con l’aiuto di molti concittadini salvò una decina di ebrei stranieri confinati in paese, prima nascondendoli nelle case dei finalesi, e poi organizzando la loro fuga in Svizzera.

Pubblicato: 24 Gennaio 2008Ultima modifica: 23 Aprile 2020