E’ stato approvato il calendario venatorio provinciale 2008/2009, in conformità con quello emanato dalla Regione Emilia Romagna. Le linee guida stabilite dalla Provincia da una parte tutelano alcune specie animali che presentano sensibili cali di popolazione (come allodola, codone, canapiglia, starna, pernice e merlo), dall’altra puntano a contrastare con una caccia di selezione l’eccessiva proliferazione di altre specie che recano danni all’agricoltura (come nel caso di cinghiali, ungulati). Un discorso a parte vale per la caccia allo storno, una specie protetta dall’Unione europea, ma che è grande causa di danni agricoli soprattutto nelle zone di pianura.
«Le scelte contenute nel calendario – afferma Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente – puntano a coniugare la tutela delle specie in diminuzione senza trascurare le esigenze di protezione dei nostri prodotti agricoli, in particolare dei vigneti e delle coltivazioni di montagna minacciate dai cinghiali, come peraltro ci chiedono le associazioni agricole».
Per i cacciatori autorizzati dalla Provincia, è stata aperta la caccia di selezione al cinghiale dal 12 luglio. Per il maschio di capriolo il periodo di riferimento della caccia di selezione va dal 15 agosto al 30 settembre, per le femmine di capriolo e il daino dall’1 gennaio al 10 marzo 2009.
Come individuato nel Piano faunistico-venatorio provinciale 2007/2012, allo scopo di tutelare le produzioni frutticole e viticole, dal 1 settembre si possono cacciare anche gli storni, nel territorio di pianura che va dalla bassa modenese fino ai comuni di prima collina come Vignola, Marano, Maranello, Fiorano e Sassuolo. Si possono abbattere per cacciatore non più di venti capi a giornata e non più di duecento nell’intera stagione, solo da appostamenti fissi e temporanei, senza l’uso di richiami vivi. La caccia allo storno può essere sospesa su richiesta dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica in caso di drastica diminuzione del numero di questi volatili.
La caccia a specie parzialmente protette viene differenziata anche in funzione degli Atc (Ambiti Territoriali di Caccia) che nel modenese sono tre: l’Atc Modena 1 (a nord, da Carpi a Finale Emilia, la bassa pianura), l’Atc Modena 2 (quello centrale, da Soliera a Pavullo, la media pianura, tutta la collina e parte della montagna) e l’Atc Modena 3 (quello più a sud, in alta montagna). Ogni Atc è governato da un Comitato direttivo, l’organo di gestione, e da una assemblea dei soci.
La starna e la pernice rossa sono protette negli Atc Modena 1 e Modena 3, mentre nel Modena 2 è cacciabile fino al 16 ottobre esclusivamente la pernice rossa al di fuori delle aree collinari comprese nel progetto speciale di ripopolamento. Per il merlo negli Atc Modena 1 e Modena 2 vale la limitazione di non più di cinque capi al giorno per cacciatore.
Le altre date che scandiscono l’attività venatoria 2008-2009 prevedono dal 21 settembre al 7 dicembre la caccia alla selvaggina stanziale come fagiani e lepri, dall’1 ottobre la caccia al cinghiale viene estesa anche ai metodi della braccata e della girata, mentre dall’8 dicembre si può cacciare con limitazioni il beccaccino, la beccaccia e la volpe. L’addestramento cani va dal 15 agosto fino al 18 settembre.
Sono meno di 10 mila le doppiette modenesi impegnate nella stagione venatoria 2008-2009. Un numero che rimane costante negli anni con una leggera tendenza al calo dovuta principalmente all’età media sempre più alta: ora è di circa 59 anni, mentre solo il 5 per cento degli appassionati ha meno di 30 anni. Oltre la metà dei cacciatori ha più di 60 anni.
Sono due i tipi di caccia praticati maggiormente: la caccia alla piccola fauna stanziale con il cane da ferma e la caccia agli ungulati che sta raccogliendo un numero crescente di appassionati.
Per poter praticare la cacciagione vi sono tutta una serie di prescrizioni e obblighi. Nel Comune di residenza si ritirano il tesserino regionale e quello provinciale. Il primo contiene le disposizioni dettate dall regione Emilia Romagna, è un libretto in cui ogni cacciatore deve trascrivere i dati di ciascuna sessione: la data, la sigla dell’Atc o Afv, il tipo di caccia svolto quel giorno (da appostamento o vagante) e i capi abbattuti, sia la specie che il quantitativo. Il tesserino provinciale espone le norme aggiuntive o modificate valide per il territorio modenese. Il calendario provinciale definisce anche le norme comportamentali per la salvaguardia dell’ambiente agricolo e forestale, e le varie prescrizioni sulle armi.
Il controllo sull’andamento della stagione venatoria spetta alla ventina di agenti del Corpo di Polizia provinciale. Il loro compito è quello di sorvegliare 250 mila ettari di territorio: oltre alla superficie cacciabile, 160 mila ettari in tutta la provincia modenese, devono controllare il rispetto del divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), nelle aree di sviluppo dei piani regolatori comunali, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati. Collaborano con i guardia caccia provinciali anche il Corpo Forestale dello Stato, una quarantina di vigili ausiliari volontari provinciali, alcuni nuclei di Gev (Guardie Ecologiche Volontarie) e le tre guardie venatorie degli Atc.
In questo stesso sito è possibile consultare il calendario venatorio provinciale, insieme a quello regionale, nella pagina appositamente dedicata all’interno della tematica delle politiche faunistiche (vedi link utili a fianco).