“Lo splendore riconquistato. Il primato culturale del Monastero e dello Scriptorium di Nonantola dopo le distruzioni (secoli XI-XII)” è la mostra che, realizzata a cura di Maria Parente e Loretta Piccinini, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica per l’Emilia Romagna e l’Archivio Abbaziale di Nonantola, sarà aperta presso il Museo Benedettino Nonantolano dal 6 settembre al 30 novembre.
Si è scelto per questa mostra il periodo dei secoli XI-XII, perché, dopo la distruzione del Monastero di Nonantola, prima ad opera degli Ungari nel 899, e quindi a seguito del disastroso incendio del 1013, l’abbazia, ad opera degli abati dell’XI secolo (soprattutto Rodolfo I, Gottescalco e Damiano) “rinasce”, ricostruendo e riconquistando il suo primario e fondamentale ruolo di centro organizzatore e fulcro del territorio circostante, sia dal punto di vista politico-economico, che culturale.
Le testimonianze documentarie e codicologiche giunte sino a noi di quel periodo sono infatti l’unica e reale prova oggettiva dell’importanza nei secoli XI e XII della produzione ed influenza dello scriptorium di Nonantola, anche su altri monasteri e centri culturali vicini: sono ancora in situ, nell’archivio abbaziale, tutti i documenti, mentre i codici sono dispersi in varie biblioteche, ad eccezione dei tre conservati presso il Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra di Nonantola.
Sono quindi proprio questi tre codici, tutti e tre realizzati a Nonantola tra XI e XII secolo, che assumono nella mostra un ruolo “guida” dei tre percorsi culturali proposti; l’Evangelistarium per quello grafico e codicologico, il Cantatorium per quello musicale e gli Acta Sanctorum per la storia spirituale ed agiografica.
Il monastero di Nonantola in questi secoli diventa centro propositivo e modello culturale anche in altri ambiti, quali quello musicale ed artistico-agiografico, mantenendosi soprattutto in quest’ultimo il legame con il fondatore Sant’Anselmo e San Silvestro.
Dopo la seconda metà del XII secolo, inizia il periodo di decadenza e declino del Monastero, che determina anche la crisi grafica dello scriptorium; nell’età moderna si assiste quindi alla dispersione, pressoché completa, dei codici della Biblioteca del monastero, che la mostra qui proposta cerca in qualche modo di ricostruire sugli esempi più significativi, grazie soprattutto ai prestiti del fondo Sessoriano della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Roma, affiancando a questo nucleo centrale anche altri codici, frammenti musicali, documenti membranacei dell’archivio nonantolano e oggetti sacri, che testimonino il reale e fondamentale ruolo di modello culturale di Nonantola in tutto l’ambito padano.
Tre i “percorsi” culturali, struttura portante della mostra stessa: Nonantola centro e modello di cultura grafica, Nonantola centro e modello di cultura musicale, Nonantola centro religioso e di cultura agiografico-artistica.