Nel modenese “spunta” l’ennesimo esemplare (il quarto in due anni) della pericolosa e gigantesca tartaruga azzannatrice. Il rettile è stato catturato nei pressi dello stagno di Villa Agazzotti a Formigine dai Vigili provinciali dell’assessorato alle Risorse faunistiche della Provincia che sono intervenuti in seguito ad una segnalazione di Silvia Tivaroli, responsabile del locale ufficio Diritti animali.
Il pericoloso esemplare – una Chelydra serpentina di quasi otto chili di peso, con un diametro del carapace di 32 centimetri e una lunghezza becco-coda di quasi 80 centimetri – è stato prima portato presso il centro soccorso animali poi trasferito al Centro recupero tutela e ricerca fauna esotica e selvatica di Monte Adone (Brento di Sasso Marconi). Negli ultimi cinque anni gli esemplari di tartarughe carnivore provenienti dal modenese affidati al Centro di Monte Adone sono stati oltre decina.
La presenza di questi animali è strettamente collegata all’abbandono di questi esemplari da parte di chi incautamente o inconsapevolmente ha acquistato piccole tartarughine senza accertarne la provenienza e la specie.
Questa specie è diffusa nel nord America, in tutta l’area occidentale dal confine con il Canada fino al Golfo del Messico, Florida compresa dove è presente una sottospecie.
Dimensioni massime per la specie sono di 47 centimetri per il carapace e 25 chilogrammi di peso. In cattività iperalimentati alcuni soggetti sono hanno raggiunto i 35 chilogrammi. La coda è lunga quanto il carapace e questo conferisce agli animali un aspetto inconsueto fra le tartarughe.
Va in letargo per tutto il periodo invernale emergendo dal fango degli stagni solo alla fine di aprile: è carnivora ma non disdegna anche i vegetali. È assolutamente pericolosa per l’uomo perché se minacciata può infliggere serie morsicature col suo becco potente e la sua capacità di proiettare il lungo collo (si chiama “serpentina” non a caso) per mordere.