«Sicuramente mafia, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita hanno avuto i loro rappresentanti che hanno agito sul territorio modenese, ma nonostante questa attività sia durata molti anni, nessuna di queste organizzazioni è riuscita a occupare il territorio». Lo affermano Enzo Ciconte e Bianca La Rocca, due tra i maggiori studiosi italiani della criminalità organizzata, nella loro ricerca sui “Reati di tipo economico nel territorio della provincia di Modena” presentata alla Conferenza delle autonomie locali.
Nel corso dell’incontro i due autori hanno ricordato, tuttavia, una serie di episodi criminali, furti e vandalismi, avvenuti ai danni di negozianti del centro, ma anche la bomba fatta esplodere all’Agenzia delle entrate di Sassuolo, l’accertata presenza nel territorio di affiliati al clan camorristico dei casalesi, intimidazioni i numerosi arresti per estorsioni e truffa: «Tutti elementi che indicano come il territorio della provincia, pur continuando a possedere ottimi anticorpi grazie a un solido tessuto sociale, non sia del tutto indenne da infiltrazioni di criminalità organizzata».
La ricerca, che analizza dieci anni di sentenze e ricostruisce la presenza della criminalità mafiosa a Modena, fa parte del progetto per l’istituzione di una rete provinciale per il monitoraggio e la prevenzione della criminalità economica sviluppato dalla Provincia in collaborazione con il Comune di Modena, gli altri enti locali, le associazioni dei consumatori e con il contributo della Regione. Tra le iniziative già realizzate c’è lo sportello “Sos truffa & C.” rivolto a consumatori e imprese.
«Enti locali, forze dell’ordine, magistratura, associazioni di categoria, sindacati e singoli cittadini – sottolinea Maurizio Guaitoli, assessore provinciale alle Politiche sociali – devono mantenersi in rete e rinsaldare il fronte comune per contrastare la criminalità organizzata sia quella tradizionale legata al traffico di stupefacenti e alla prostituzione, sia quella dei colletti bianchi contro il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. La società modenese si è sviluppata con il lavoro, con l’innovazione, la solidarietà e il rispetto della legalità. Dobbiamo far di tutto – aggiunge Guaitoli – perché questi valori siano preservati anche in un contesto di forte trasformazione sia per quanto riguarda la stessa composizione della nostra società, sia per il contesto internazionale in cui siamo inseriti».