Sono 1.224, circa 400 in più rispetto allo scorso anno, prevalentemente donne e straniere, le persone attualmente iscritte al registro delle assistenti familiari, le cosiddette badanti, che da febbraio è gestito al Centro per l’impiego di Modena sulla base della collaborazione tra Provincia e Comune di Modena con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta dei servizi domiciliari. Circa metà delle persone iscritte (616) è in cerca di occupazione. Tra febbraio e settembre, inoltre, sono state 244, con un andamento sempre in crescita, le famiglie che si sono rivolte allo sportello del Centro per l’impiego per chiedere il servizio di intermediazione o semplicemente informazioni sull’attività.
La verifica sull’esperienza in corso (comunicato n. 1384) viene fatta in vista del rinnovo dell’accordo tra Provincia e Comune e in occasione della presentazione dei risultati della ricerca “Da badanti ad assistenti familiari” promossa dalle Consigliere di parità e realizzata lo scorso anno a cura di Catia Iori con la collaborazione di Monica Russo (comunicato n. 1385).
«Anche la ricerca conferma che si tratta di un fenomeno in continua espansione – spiega Gianni Cavicchioli, assessore provinciale al Lavoro e all’Immigrazione – e con una forte rilevanza sociale visto che risponde al bisogno di famiglie, anziani, persone non autosufficienti. E questa modalità offre la possibilità di portare sui binari della legalità una tipologia di lavoro che si trova spesso ai margini. I buoni risultati raggiunti in questa fase sperimentale al Centro per l’impiego – annuncia l’assessore – sono la premessa per l’attivazione dello stesso servizio su scala provinciale a partire, nei prossimi mesi, dai Centri per l’impiego di Carpi e Sassuolo».
A solo otto mesi dall’avvio, quindi, lo sportello per assistenti familiari attivato a febbraio «sta fornendo risultati positivi, con 716 nuovi operatori iscrittisi al registro, ma soprattutto rispondendo a un bisogno crescente tra le famiglie modenesi che necessitano di un aiuto nella cura di un familiare, e delle persone, spesso straniere, che mettono a disposizione il proprio lavoro» afferma Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena» sottolineando come rimanga «difficoltoso inserirsi da intermediari tra domanda e offerta in un settore così intimo come quello dell’assistenza familiare, dove i bisogni sono legati alle difficoltà e alla non autosufficienza delle persone».