Sette punti fissi di avvistamento ad alta quota, per tenere sotto controllo ampie zone di territorio, e un servizio mobile di vigilanza con squadre che terranno monitorate le aree più a rischio di incendio. Ogni gruppo sarà attrezzato, oltre che per la vigilanza, per gli interventi di soccorso e spegnimento degli incendi.
Sono le caratteristiche del servizio di vigilanza che prende il via sabato 123 luglio in Appennino e che rappresenta « attività fondamentale di prevenzione perché permette, in caso di necessità, di far intervenire gli addetti allo spegnimento in tempi molto stretti, elemento indispensabile per circoscrivere il più possibile i danni» sottolinea Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, ricordando che saranno circa 200 i volontari impegnati in nelle cosiddette operazioni Aib (Anti incendi boschivi), una quarantina dei quali abilitati nei corsi che si sono svolti tra maggio e giugno.
I punti di avvistamento sono: monte Calvanella per la zona di Sestola e Fanano, monte Cantiere a Lama Mocogno, il Sasso della Croce a Guiglia, il monte Nuda a Pievepelago, il monte Ravaglia a Serramazzoni, la Torre di Gaiato a Pavullo e il monte Pizzicano a Serramazzoni.
Ogni squadra, attiva dalle 14 alle 19, è dotata di binocolo, bussola, cartina tipografica, radio portatile ed è collegamento con la sala operativa provinciale, mentre le squadre mobili sono dotate di Gps per la rapida localizzazione del punto segnalato. Gli automezzi sono contrassegnati dalla scritta “Servizio avvistamento incendi boschivi”.