Il nuovo Fondo territoriale per la cooperazione internazionale allo sviluppo prevede garanzie e controlli sulla realizzazione dei progetti, ma anche sulla qualità delle proposte. Sarà questo, infatti il criterio principale che sarà seguito dalla commissione di valutazione composta da esperti del settore che «dovrà stimare i benefici ipotizzabili indotti sulla popolazione della zona in rapporto alla descrizione analitica del progetto, al coinvolgimento di partner locali e alla sostenibilità dell’iniziativa» come spiegano i promotori sottolineando come i finanziamenti del Fondo dovranno essere integrati da altre forme di finanziamento per almeno il 40 per cento dell’importo.
Tra gli elementi che verranno privilegiati nella valutazione anche la localizzazione dei progetti in realtà locali gemellate con il territorio modenese, comunque, in uno dei circa 40 Paesi considerati prioritari per quest’anno: dall’Albania alla Bielorussia in Europa, dal Brasile al Costa Rica in Sud America, dall’Afghanistan allo Sri Lanka in Asia, fino ad Angola, Etiopia, Ghana, Madagascar, Saharawi, Tanzania e tanti altri in Africa.
I criteri di valutazione, inoltre, tengono conto dell’esperienza dei promotori, del coinvolgimento delle realtà istituzionali dei Paesi in via di sviluppo, della collaborazione di più organizzazioni, della presenza di volontari modenesi e del coinvolgimento finanziario di altri enti locali.
Il contributo massimo concedibile è di 40 mila euro. Le spese ammesse a contributo sono quelle relative alla costruzione e alla ristrutturazione di immobili, l’acquisto di attrezzature, l’acquisto di terreni e la loro valorizzazione (bonifiche, rimboschimenti, parchi), l’attività di microcredito e i fondi rotativi, le spese per la formazione o per l’acquisto di medicinali. Le spese per i volontari italiani che operano nel progetto non potranno superare il 20 per cento del costo complessivo.