area ex-sipe 3 – dagli esplosivi all’innovazione le tappe del progetto di riconversione

Per secoli l’area ex-Sipe di Spilamberto è stata interessata dalla produzione di prodotti esplodenti. Nel 1510 gli Estensi fecero costruire qui un polverificio che divenne, nel ‘900, uno dei più importanti stabilimenti di polvere da sparo e munizioni in Italia. Dopo diversi passaggi di proprietà la fabbrica, rilevata dalla Fiat, chiuse definitivamente i battenti nel 1992, lasciando irrisolto il problema del recupero ambientale dell’area circostante, interessata dalla presenza di sostanze inquinanti (metalli, nitrocellulosa, nitrati, olii minerali e altri) provenienti dalle lavorazioni e dagli scarichi dello stabilimento.

Progetti di riconversione sono stati presentati dalla proprietà negli anni ’90, e nel 2002 sono partiti i lavori della conferenza di servizi che ha portato, nel 2004, alla definizione di un Accordo di programma tra la Provincia di Modena e i Comuni di Spilamberto, Vignola e Savignano sul Panaro.

Nel frattempo nel 2002 è nato il Consorzio Sipe – del quale facevano parte, oltre alle istituzioni pubbliche, enti di ricerca pubblici e privati e l’ Università, successivamente evoluto con l’unificazione con Democenter – con la missione di promuovere la ricerca e l’innovazione mediante la riconversione in Parco scientifico-tecnologico di un’ampia parte dell’area ex-Sipe, ceduta gratuitamente dalla proprietà.

Nel 2004 viene emesso un vincolo paesaggistico sull’intera area da parte della Direzione generale per i Beni culturali e paesaggistici, vincolo poi trasformato in storico sugli edifici ex-Sipe che dovranno ospitare il Parco scientifico-tecnologico, con il nulla osta del giugno 2007.

 

 

Pubblicato: 02 Aprile 2008Ultima modifica: 27 Maggio 2020