“Charitas” da IPAB ad azienda di servizi alla persona la Provincia approva la convenzione con il Comune

“Charitas”, l’istituzione storica modenese fondata nel 1942 da Monsignor Gerosa che si occupa di disabili gravi, si trasforma da Ipab in Azienda di servizi alla persona (Asp) e vede l’ingresso della Provincia di Modena come socia. Il Consiglio provinciale ha infatti approvato nei giorni scorsi la convenzione con il Comune di Modena che sancisce la trasformazione di Charitas e prevede la partecipazione in qualità di soci di Comune e Provincia di Modena e dell’Arcivescovado di Modena e Nonantola. La convenzione è stata approvata con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e dell’Udc e l’astensione di Forza Italia e An.

In tutta la regione è in atto una trasformazione delle Ipab in Aziende di servizi alla persona. Le direttive regionali, ha spiegato il vice presidente della Provincia Maurizio Maletti, «ne confermano le finalità e l’ambito di intervento e ne ridisegnano la partecipazione ridimensionando il consiglio di amministrazione da sette a cinque componenti: due in capo al Comune, due all’Arcivescovado e uno alla Provincia. Gli equilibri si mantengono quindi inalterati rispetto alla situazione precedente quando il rapporto era di tre rappresentanti del Comune, tre dell’Arcivescovado e uno della Provincia».

Per Cesare Falzoni (An) il ridimensionamento del consiglio di amministrazione «non è coerente con i cosiddetti dettami che il Governo impone: poteva essere ridotto fino a tre soli componenti invece si è scelto di attenersi al limite massimo di cinque. Una delle contraddizioni di questo Governo che opera tagli sugli altri ma non su se stesso». Anche per Giorgio Barbieri (Lega nord) la riduzione a tre soli membri sarebbe stata possibile «anche se mi hanno contestato che non fa differenza perché i componenti del Consiglio non sono mai stati pagati. Nel nuovo statuto però sono previsti non solo un’indennità e un gettone di presenza ma anche un rimborso spese. Mi dicono che questi compensi saranno lasciati all’istituto ma vorrei averne la certezza».

Secondo Fabio Mosca (Ds-l’Ulivo) il «fatto nuovo è che la delibera pone i presupposti perché l’istituto Charitas possa essere inserito a pieno titolo nei piani di zona lavorando in rete e in modo coordinato con gli altri servizi. Il nuovo statuto inoltre vede la nascita di un organo nuovo, l’assemblea dei soci, all’interno del quale vengono rappresentate le istituzioni e che affiancherà il Consiglio di amministrazione che avrà una funzione prevalentemente operativa». Per Claudio Bergianti (Ds-l’Ulivo) il «punto chiave della questione è che mentre l’Ipab era un istituto che lavorava in totale autonomia senza vincolo di mandato, ora c’è un’azienda di cui siamo soci, anche se con una partecipazione minoritaria, e questo ci rende responsabili della sua gestione. Una scelta eccezionale, nelle altre Asp non siamo soci, motivata dall’unicità dell’istituto, che ha un ruolo particolare nella rete dei servizi della Provincia».

Secondo Marisa Malavasi (Forza Italia) sul territorio «ci vorrebbero più strutture di questo tipo che assistono anche i disabili psichici, perché dopo la legge Basaglia le famiglie sono state lasciate sole. Soltanto, vorremmo avere una verifica costante dei risultati». Giovanna Bertolini (Forza Italia) ha rilevato la presenza di un solo medico e di un solo turno infermieristico per i 60 disabili gravi residenziali, chiedendo che «vengano aumentati il numero e le ore di presenza dei medici». Tomaso Tagliani (Udc), sottolineando che nessuna spesa è a carico delle famiglie, si è dichiarato «pienamente d’accordo: facendosi carico di questo istituto la Provincia ha fatto un’ottima cosa».

Pubblicato: 11 Gennaio 2008Ultima modifica: 27 Maggio 2020