L’azienda titolare del frantoio di San Cesario, sequestrato dall’autorità giudiziaria su segnalazione della Polizia provinciale, è già stata diffidata dalla Provincia di Modena che ha prescritto la sospensione immediata di tutte le attività di gestione rifiuti non autorizzate e la presentazione entro trenta giorni di un piano per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti. Il piano dovrà prevedere anche il ripristino delle aree interessate dall’illegittimo scarico di rifiuti sia nell’impianto di frantumazione e all’interno di una cava adiacente gestita dalla stessa ditta sia nel greto del fiume Panaro, per un raggio di circa un chilometro e mezzo, e nei pressi della briglia selettiva.
Sono questi infatti i luoghi trasformati in discariche abusive individuati e documentati dall’attività di vigilanza e controllo della Polizia provinciale che, iniziata in agosto, ha portato nei giorni scorsi la Procura a disporre il sequestro preventivo degli impianti e dei veicoli aziendali e ad aprire il procedimento penale per diversi reati: realizzazione di discarica non autorizzata, gestione illecita di rifiuti, smaltimento illegale di rifiuti, invasione arbitraria di terreni demaniali, opere eseguite in assenza di autorizzazione su beni di interesse paesaggistico, come l’alveo del fiume Panaro.
I rifiuti gestiti sono materiali derivanti da attività edili e scavi stradali. Una parte di questi, in particolare pezzi di asfalto, veniva macinata insieme alla ghiaia proveniente dalla cava e trasformata in prodotto finito pronto per la commercializzazione. I rifiuti non riutilizzati nel processo produttivo venivano abbandonati. Su questi materiali sono in corso anche analisi dell’Arpa per valutare la presenza di elementi tossici o pericolosi.