Domenica 25 gennaio a Carpi la partenza del “Treno per Auschwitz”, con circa 600 ragazzi delle scuole superiori modenesi, e l’incontro con il novantacinquenne scrittore triestino Boris Pahor, autore di “Necropoli” (ore 17,30, auditorium Biagi, a Modena); lunedì 26 gennaio la seduta straordinaria del Consiglio provinciale (ore 16,30 con l’intervento di Frediano Sessi, dell’Università di Mantova, dedicato a “Lo sterminio degli ebrei tra storia e memoria”) e il Concerto della memoria e del dialogo” al Teatro comunale Pavarotti; martedì 27 gennaio lettura di salmi e preghiera in ricordo dei deportati (ore 18, nella sinagoga di piazza Mazzini) e la diretta su Radio3 Rai, dalle 20,30, con storie, testimonianze e musica, condotta da Marino Sinibaldi dal Baluardo della Cittadella.
Sono solo alcune delle iniziative in programma nel modenese in occasione del Giorno della Memoria che, il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ricorda lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico, e dei deportati italiani nei campi nazisti.
«Ricordare quello che è accaduto con la Shoah deve essere per tutti un impegno quotidiano – sottolinea il vice presidente della Provincia Maurizio Maletti – perché abbiamo il dovere di non permettere che il ricordo di quell’orrore vada perduto, anche trovando occasioni e linguaggi per rivolgersi in modo efficace ai più giovani».
Il programma di iniziative è stato sviluppato da Provincia e Comune di Modena con il Comitato permanente per la memoria e le celebrazioni e la collaborazione dell’Istituto storico, della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia, della Fondazione ex Campo Fossoli e della Fondazione Villa Emma, oltre che delle Circoscrizioni, dell’Università, di scuole e associazioni culturali. Altre iniziative si svolgono un po’ in tutti i comuni della provincia.
« La giornata della memoria – spiega Adriana Querzè, assessore all’Istruzione del Comune di Modena – ha il compito di andare oltre la semplice testimonianza, trasmettendo ai giovani un ricordo vivo, umanamente partecipato di quanto accaduto. Per questo le iniziative giustamente parlano soprattutto alla sensibilità dei ragazzi, affinché la memoria rappresenti un loro tratto caratteristico permanente».