«Tenere viva la memoria dell’orrore come un monito affinché quell’esperienza non possa più ripetersi è un impegno che spetta anche a noi come istituzione locale insieme al compito di ripercorrere la storia locale anche nei suoi intrecci con quegli avvenimenti». Con queste parole Antonella Orlandi, vice presidente del Consiglio provinciale di Modena ha aperto, lunedì 26 gennaio, la seduta straordinaria del Consiglio dedicata al Giorno della memoria.
Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto storico di Modena, ha poi illustrato i contenuti del volume “Persecuzione, deportazione, solidarietà” che propone quattro itinerari sulle tracce della storia della comunità ebraica modenese, dai primi insediamenti sotto il ducato estense alle tragiche vicende della seconda guerra mondiale. Il libro, curato da Elena Carano dell’Istituto storico e promosso dalla Provincia di Modena, concentra l’attenzione sul Novecento e sull’inasprimento della persecuzione antiebraica negli anni del fascismo e del nazismo mettendo in evidenza anche i numerosi episodi di solidarietà dei modenesi verso gli ebrei. «L’iniziativa chiude un itinerario ideale che in questi anni ha portato il Consiglio provinciale sui luoghi della memoria modenesi per ricostruire parte della nostra storia: dal Campo di Fossoli a Villa Emma a Nonantola, da Finale Emilia, città di un’importante comunità ebraica a Montese, per approfondire la persecuzione degli ebrei dell’Appennino» ha commentato Luca Gozzoli, presidente del Consiglio provinciale.
Al centro del consiglio l’intervento di Frediano Sessi (Università di Mantova), che ha ripercorso le tappe dello sterminio degli ebrei e della sua successiva ricostruzione come memoria.