Partiranno in estate 13 interventi sui principali affluenti di Secchia e Panaro a sud della città di Modena ed in particolare sui torrenti Fossa, Gherbella, Nizzola e Guerro allo scopo di adeguare le strutture e la funzionalità dei corsi d’acqua per ridurre il rischio esondazione la pericolosità in caso di eventi di piena. I lavori, che hanno un costo complessivo di oltre tre milioni di euro stanziati di recente con ordinanza commissariale.
Gli interventi, realizzati dai Comuni e dal Servizio tecnico di bacino della Regione, devono essere affidati entro il 10 giugno dagli enti attuatori (Comuni e Servizio Tecnico di bacino Regionale) e conclusi entro la fine del 2015.
La programmazione di questi interventi è avvenuta con il coordinamento della Provincia dopo un’analisi delle criticità indicate dai Comuni.
Dei 13 interventi 11 risolvono problematiche puntuali (erosioni spondali e risagomatura della sezione di deflusso) quali gli interventi in centro a Castelvetro sul torrente Guerro, sul Grizzaga a Montale di Castelnuovo Rangone, a Colombaro di Formigine e a monte di Maranello.
Due sono interventi strutturali che interesseranno tratti più estesi dei corsi d’acqua: sul torrente Nizzola per adeguare la sezione di deflusso e interventi di regimazione idraulica dalla confluenza del Rio Scuro fino all’attraversamento della via Vignolese a Castelnuovo Rangone e sul torrente Fossa nei comuni di Formigine, Sassuolo e Fiorano modenese. I lavori partiranno al termine degli interventi di taglio selettivo della vegetazione all’interno dei corsi d’acqua in questione in corso in questi giorni.
Sono interessati da questi lavori i torrenti Nizzola, Grizzaga, Taglio, Guerro, Traino, Cerca e Fossa.
Con questi lavori si favorisce il deflusso delle acque, intervenendo anche sulle piante in precarie condizioni di stabilità; in questo modo si riducono i rischi dovuti al crollo delle piante che spesso, in occasione delle piene, interferiscono con le pile dei ponti e degli attraversamenti.
Tutti gli interventi sono coordinati dalla Regione attraverso il Servizio tecnico di bacino tramite concessione a compensazione.
L’intervento consiste nel taglio a raso della vegetazione in alveo e sulle sponde interne, intervenendo anche sulle piante infestanti e lasciando, se presenti, le piante con portamento migliore appartenenti alle specie autoctone quali pioppo, salice, quercia, frassino, olmo e acero, salvaguardando comunque la continuità paesaggistica.
Sono, inoltre, lasciate le radici al fine di garantire la stabilità delle sponde e garantito l’allontanamento dall’alveo delle ramaglie e del materiale di risulta oltre al ripristino dei luoghi interessati dagli interventi.