Contrastare la promozione e la pubblicità del gioco d’azzardo di Stato a partire dalla sospensione della campagna “Giovani e gioco” promossa dai Monopoli di Stato perché «contiene messaggi pericolosi, ambigui e diseducativi, una sorta di stimolo al gioco». E’ l’appello lanciato dal Consiglio provinciale di Modena che nei giorni scorsi ha approvato all’unanimità due documenti presentati da Pd e Idv e dal Pdl per chiedere al Governo di intervenire sospendendo la promozione e pubblicità dei giochi d’azzardo di Stato, compresa appunto la campagna dedicata ai giovani.
Come ha sottolineato Serena Bergamini (Pd) «il conflitto di interesse da parte dello Stato sul tema del gioco d’azzardo è un problema perché dovrebbe esser lo Stato stesso ad assumere un ruolo di regolatore delle politiche sui giochi tutelando i cittadini dai rischi del gioco patologico. Occorre vietare o quantomeno limitare la promozione dei giochi d’azzardo nei mass media».
Il documento aderisce, inoltre, all’appello promosso da diverse associazioni tra cui il Gruppo Abele, Libera, Alea, Coordinamento comunità d’accoglienza e Coordinamento gruppi per giocatori d’azzardo, contro una campagna che si legge nel documento del Consiglio «dovrebbe coinvolgere 70.000 studenti e arrivare anche alle fasce di minori più piccoli. La campagna contiene troppi stimoli al gioco d’azzardo».
Dante Mazzi (Pdl) ha ricordato le «prese di posizione bipartisan in Parlamento contro la pubblicità dei giochi d’azzardo di Stato, perché è immorale che lo Stato, soprattutto in un momento di crisi come questo, promuova il gioco d’azzardo che invece va disincentivato».
Mauro Sighinolfi (Pdl) ha affermato «come mai lo Stato è il primo lucrare sui vizi come per l’alcol o il fumo e ora il gioco?La diffusione del gioco d’azzardo è un problema sociale che riguarda e la pubblicità non può che aggravare la situazione», mentre Sergio Pederzini (Idv) ha ripreso «il tema delle campagne martellanti sui jackpot del Superenalotto o i messaggi pericolosi lanciati con giochi come il Win for life, senza trascurare il problema della diffusione e regolamentazione delle macchinette che dovrebbe essere molto più restrittiva».