dal consiglio sì a odg del pd sulla prostituzione “unità di strada per aiutare le persone a uscirne”

Chiede la presenza di unità di strada che contattino le persone che si prostituiscono per promuovere la tutela individuale e collettiva della salute e per presentare misure di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale l’ordine del giorno sulla prostituzione presentato dal Pd e approvato dal Consiglio provinciale con il voto favorevole dello stesso Pd e l’astensione di Idv, Pdl e Lega nord. Il documento chiede anche “la mediazione con le persone che si prostituiscono ai fini dello spostamento verso luoghi a minor impatto sociale; il monitoraggio e la valutazione degli interventi; l’istituzione di tavoli territoriali di concertazione che, nell’ottica della mediazione dei conflitti, si attivino per trovare soluzioni specifiche nelle zone in cui ci sono problemi legati alla prostituzione”.

Nella stessa seduta è stato respinto (con il voto contrario di Pd e Idv, quello favorevole della Lega nord e l’astensione del Pdl) un ordine del giorno sullo stesso tema proposto dalla Lega che chiedeva una legge per regolamentare la prostituzione e l’individuazione nel territorio provinciale di luoghi da adibire a “eros center”. «Il problema esiste e ignorarlo è inutile – ha affermato Stefano Corti nella presentazione – quindi perché non regolamentarlo?».

Partendo dal presupposto che spesso la prostituzione si intreccia con lo sfruttamento e la tratta di esseri umani, Grazia Baracchi (Pd), nel presentare il proprio ordine del giorno, ha sostenuto che «limitarsi a spostare la prostituzione dalla strada a luoghi chiusi è inefficace e controproducente soprattutto perché rende difficile l’attività di contatto delle unità di strada e di chi opera contro la tratta e lo sfruttamento». «Nessuno si prostituisce volontariamente», ha osservato Bruno Rinaldi (Pdl) per il quale, di conseguenza, «qualunque modalità di esercizio della prostituzione, compresa quella degli eros center, è sbagliata e va combattuta iniziando con il multare severamente i clienti e mandando poi le multe a casa». Per Luca Gozzoli (Pd) «la prostituzione è terreno fertile per la criminalità organizzata e spostandola nelle case ci si limiterebbe a rendere legale lo sfruttamento. La repressione – ha affermato il consigliere – non serve perché dietro c’è un problema culturale che va affrontato». Dello stesso parere anche Dante Mazzi (Pdl) per il quale «la prostituzione esiste da sempre e una soluzione ancora non si è trovata, ma è giusto discuterne per svegliare le coscienze e trovare aspetti sui quali incidere, magari utilizzando al meglio le leggi vigenti e andando a controllare chi affitta gli appartamenti o pubblica gli annunci, anche questi sono sfruttatori». Secondo Patrizia Cuzzani (Idv), che si è dichiarata in disaccordo con entrambi i documenti invocando «un’analisi bipartisan sulle cause e soprattutto sulle soluzioni», l’esperienza di altri paesi europei prova che «la legalizzazione non serve perché stigmatizza per sempre le persone che si prostituiscono e non elimina lo sfruttamento». Per Elena Gazzotti (Pd) è giusto promuovere un tavolo al quale partecipino tutti i soggetti coinvolti, dagli enti locali alle organizzazioni di volontariato ai rappresentanti di cittadini e prostitute, «per studiare una soluzione condivisa: non ce ne sono di giuste a priori, fondamentale è il processo attraverso il quale ci si arriva». Ma Mauro Sighinolfi (Pdl) ha replicato che «bisogna comunque chiudere i bordelli a cielo aperto e togliere dalla strada le donne che sono sempre vittime, degli uomini e della malavita» mentre per Fausto Cigni (Pd) «l’intervento della polizia non risolve il problema, serve una legge, ma non c’è nessuno scandalo se una fa il mestiere pagando le tasse».

Pubblicato: 13 Dicembre 2010