Biomedicale \4 – Ecco il quality center network un ponte tra imprese, università e sanità

Una rete tra università, sanità e imprese per lo sviluppo, la sperimentazione clinica e preclinica e la validazione di nuovi prodotti e tecnologie biomedicali e la valorizzazione della ricerca. Questo vuol essere il Quality Center Network, che riunisce le associazioni imprenditoriali del distretto biomedicale di Mirandola (Assobiomedica; Cna Modena; Confapi pmi Modena; Confindustria Modena; Consobiomed; Lapam Federimpresa Modena), le due Aziende sanitarie di Modena, l’Università di Modena e Reggio Emilia, la Provincia, l’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord e Democenter-Sipe, grazie a un accordo di collaborazione continuativa sottoscritto nel 2005 e rinnovato nel 2007.

Uno strumento utile per mettere a frutto potenzialità indiscutibili: il distretto Biomedicale di Mirandola è considerato, infatti, il terzo comparto al mondo in questo settore. «La produzione biomedicale – spiega il direttore di Democenter Enzo Madrigali – si caratterizza per un elevato contenuto di ricerca e innovazione dei prodotti e dei servizi e per le elevate potenzialità di sviluppo tecnologico del settore che, grazie alle numerose applicazioni trasversali in campo industriale, è in grado di generare opportunità anche per altre specializzazioni produttive a livello regionale e nazionale. Inoltre, una parte del distretto sta intraprendendo nuove traiettorie di sviluppo tecnologico, tra cui la medicina rigenerativa, con potenzialità rilevanti dal punto di vista della ricerca industriale e della produzione. La vitalità del settore è testimoniata alla recente nascita di cinque spin off dedicati ad attività di ricerca e sviluppo in campo biomedicale e delle biotecnologie dell’Università di Modena e Reggio Emilia».

Le performance future del distretto derivano anche dalla capacità delle imprese di sviluppare raccordi stretti con i centri e laboratori di ricerca accademici e sanitari, presenti a Modena con importanti realtà quale il Centro di medicina rigenerativa “Stefano Ferrari”, la facoltà di Bioscienze e Biotecnologie, l’Azienda sanitaria locale e l’Azienda Universitario-Ospedaliera Policlinico. Grazie a questi raccordi – garantiti dal Quality Center Network –  le imprese possono sfruttare i risultati della ricerca scientifica e posizionarsi su nuove tecnologie della salute e su nuove frontiere della farmaceutica (tra cui la medicina rigenerativa) e trovare nel sistema sanitario un interlocutore strategico per la sperimentazione clinica e preclinica e la validazione di nuovi prodotti e tecnologie.

Questa collaborazione mette a frutto altri due punti di forza del nostro sistema territoriale. In primo luogo, infatti, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena Policlinico e l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena sono in posizione di avanguardia per qualità e molteplicità della propria dotazione tecnologica e posseggono le competenze più idonee a realizzare concretamente la valutazione delle tecnologie, la gestione della sicurezza e del rischio clinico, la verifica di efficacia, lo studio dei rapporti costo-efficacia delle prestazioni sanitarie.

L’Università di Modena e Reggio Emilia, con le Facoltà di Medicina e chirurgia e di Bioscienze e biotecnologie, intende poi allargare e approfondire le conoscenze relative alle tecnologie biomedicali e alle possibilità del loro utilizzo nella pratica clinica. È in condizioni ottimali per farlo grazie ai risultati di ricerca estremamente avanzati a livello internazionale conseguiti nel settore delle terapie genetiche con cellule staminali adulte, avendo sviluppato e potendo mettere a disposizione tecnologie di ricerca sofisticate per lo studio delle interazioni tra sistemi biologici e materiali usati per devices biomedicali e detenendo una significativa esperienza nel disegno e realizzazione di trials clinici controllati.

Operativamente il Quality Center Network vuole fornire alle imprese modenesi del settore biomedicale un riferimento per:

–         effettuare la valutazione preclinica e clinica dei Dispositivi medici;

–         valutare le ricadute e le conseguenze cliniche, organizzative, economiche, sociali ed etiche delle tecnologie sanitarie;

–         concorrere nelle Aziende sanitarie allo sviluppo di strategie per il trasferimento nella pratica clinica delle conoscenze derivanti dal settore industriale;

–         contribuire nell’Università al miglioramento degli aspetti formativi.

 

 

Pubblicato: 30 Settembre 2010Ultima modifica: 15 Aprile 2020