Modena, la biblioteca storica dell’Istituto Venturi. Realizzata nel 1786, conta volumi di pregio e opere d’arte

Sono La Biblioteca storica d’arte dell’istituto Venturi, venne ideata per ordine di Ercole III, già dal 1786 col progetto dell’archietto Giuseppe Maria Soli, al primo piano accanto alla grande sala del nudo. In seguito per sistemare il sempre più consistente patrimonio librario, con i lavori di ampliamento del 1869, fu trasferita al secondo piano nella sala già delle Adunanze, usata anche per l’esposizione dei premi di pittura e disegni e decorata dallo stesso Soli e dai suoi allievi con affreschi di gusto neoclassico. Questa collocazione restò per gli anni successivi e la biblioteca venne successivamente arredata con mobili appositi nel corso degli anni ottanta dell’Ottocento sotto la direzione di Adeodato Malatesta.

Dagli inventari generali del 1881 e 1884 risultano pagamenti al falegname Celeste Righi per armadi, mentre nel 1889 sempre lo stesso riceve pagamenti per il “tavolo ovale diviso in due parti in legno di larice e abete per la biblioteca”, alle stesse date risale probabilmente il lampadario. Questa ubicazione resterà almeno fino agli anni trenta del novecento.

Nei primi anni Sessanta la biblioteca fu trasferita al primo piano e le pareti vennero attrezzate dai vecchi armadi e ne furono fatti costruire anche altri della stessa foggia ma che si differenziano dai primi perché non numerati.

Le foto storiche documentano la presenza della copia della Cena in casa di Simone il fariseo del Veronese eseguita da Jean Boulanger, dipinto di grandi dimensioni, successivamente prelevato dalla Soprintendenza per essere restaurato.

Nel 2008 sono stati restaurati e collocati sulle pareti alcuni dipinti ottocenteschi, tra cui copie di ritratti già noti dei grandi artisti modenesi e reggiani a partire da Niccolò dell’Abate e i ritratti dei direttori e dei docenti dell’Accademia.

La Biblioteca Storica accoglie attualmente il fondo antico e storico librario dell’Istituto e secondo il primo Inventario della Scuola di Belle Arti, redatto il 18 maggio 1787, la biblioteca contava all’epoca circa quaranta testi classici di architettura e pittura, testi di storia sacra e romana, scenografia teatrale, decorazione e tecnica del colore. Fra questi i volumi di Winckelmann corredati di bellissime stampe, i tomi sull’architettura del Palladio in varie edizioni, l’Iconologia di Cesare Ripa, vari trattati di Algarotti, le opere classiche di Mengs e di Milizia, Leon Battista Alberti in due edizioni cinquecentesche, La Prospettiva di Zanotti. A questo nucleo si aggiunsero man mano nuove acquisizioni, tra cui il fondo raccolta Bozzoli ricco di opere famose, da Vitruvio in edizione settecentesca al Vignola e Cattaneo fino alla trattatistica seicentesca di Scamozzi, Troili, Pozzo e dei Bibiena.

Pubblicato: 16 Novembre 2022