Via Vandelli\2 – La madre di tutte le strade moderne. Voluta dal duca d’Este, dal 1739 collega Modena a Lucca

La via Vandelli è considerata l’ultima delle strade antiche e la prima delle strade moderne, voluta dal duca Francesco III d’Este per collegare la sua capitale Modena con Massa e il mar Tirreno.

Realizzata nel 1739 da Domenico Vandelli era la più avveniristica delle strade carrozzabili e paradigma della rivoluzione viaria settecentesca, utilizzata per il commercio delle merci dalla pianura padana al porto di Marina di Avenza.

Inoltre collega il palazzo ducale di Modena e di Sassuolo con quello di di Massa toccando anche il palazzo ducale di Pavullo nel Frignano e la rocca ariostesca di Castelnuovo di Garfagnana.

Attraversa il territorio appenninico del Frignano nel modenese e la Garfagnana, per poi risalire le alpi Apuane, aprendosi sulla valle del Panaro, sul monte Cimone fino al mare. Percorrendola si possono osservare diverse ofioliti (Varana, Sasso Tignoso), fenomeni geologici come i vulcani di fango, un lago termale, e un’emergenza del tutto particolare costituita da un ponte naturale in arenaria detto Ponte Ercole o Ponte del Diavolo.

Sono presenti inoltre tratti di pavè originali, di cui i più notevoli si trovano nella selva romanesca nel comune di Frassinoro e nella discesa da San Pellegrino in Alpe a Lucca. L’infrastruttura più imponente è rappresentata dai sei chilometri di tornanti costruiti su muro a secco che scendono dal passo della Tambura verso Resceto di Massa.

Lungo il percorso sono ancora conservati alcuni edifici voluti dal Vandelli stesso con la funzione di osterie, stazioni di posta e rifugi per i viaggiatori. Nel suo insieme si tratta dell’unico cammino che ripercorre esattamente il tracciato di una vera strada risalente all’illuminismo.

Il comitato “amici della via Vandelli” promuove un’attività di tutela dei tratti originali con la lastricatura settecentesca a rischio di erosione e deturpazione. Questi tratti necessitano di un intervento di ripristino e di tutela. Allo stesso tempo le infrastrutture dell’epoca, tra cui osterie, stazioni di posta, ricoveri, oggi di proprietà privata, hanno bisogno di adeguata pannellistica storico culturale così come le emergenze naturalistiche come salse, ofioliti, sorgenti termali.

Pubblicato: 16 Giugno 2022