«Senza valori una società non può crescere e progredire. Per questo dobbiamo ricordare la figura e il lavoro di chi, per costruire una società fondata sui valori, ha sacrificato la propria vita». L’ha detto il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini introducendo, sabato 9 maggio all’auditorium Marco Biagi a Modena, lo spettacolo di teatro civile dedicato a Marco Biagi “L’ultima bicicletta”, scritto e interpretato da Daniele Biacchessi.
L’iniziativa, promossa dalla Provincia di Modena in collaborazione con la Fondazione Marco Biagi dell’Università di Modena e Reggio e l’Istituto Storico, è stata organizzata in occasione del Giorno della memoria in ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi. «Una ricorrenza che anche quest’anno abbiamo deciso di celebrare insieme agli studenti delle scuole superiori – ha detto Sabattini – perchè vogliamo che continui a vivere il messaggio lasciato dalle vittime della follia del terrorismo: la volontà di creare una società migliore, di lavorare per il futuro dei giovani. Come il professor Marco Biagi, docente di questa Università, come Aldo Moro e tanti altri».
Quindi gli studenti del liceo Tassoni e dell’Ipsia Corni di Modena, dell’Istituto tecnico Spallanzani di Castelfranco, del Meucci di Carpi e del liceo Formiggini di Sassuolo hanno assistito in silenzio all’orazione civile in memoria di Marco Biagi scritta e recitata da Daniele Biacchessi, giornalista di Radio24-Il Sole24ore, autore di numerosi libri di inchiesta su misteri, omicidi e stragi italiane, regista e interprete di teatro narrativo civile.
Un racconto che, partendo dalla scena dell’omicidio di Marco Biagi il 19 marzo 2002 a Bologna, intreccia la vicenda umana e professionale di «un riformista e di un uomo per bene. Per non dimenticare». Perché – come recitano le battute conclusive dello spettacolo di Biacchessi – «tu puoi uccidere un uomo, seguirlo, pedinarlo, annotare sopra un taccuino ogni suo spostamento, spiarlo anche negli atteggiamenti più affettuosi, più familiari. Puoi assassinarlo e sotterrare il suo corpo, infliggere dolori immensi alla sua famiglia, puoi denigrarlo in pubblico, lasciarlo solo, togliergli ogni protezione. Tu puoi fare tutto questo, e altro ancora di indicibile, ma non riuscirai mai ad uccidere le sue idee».