Per una visita specialistica di endocrinologia le liste di attesa sono ancora troppo lunghe. In particolare nell’area di Mirandola e Carpi. Il problema è stato sollevato in Consiglio provinciale da due interpellanze di Forza Italia su altrettanti casi specifici riguardanti visite specialistiche di endocrinologia all’ospedale di Mirandola. In risposta, l’assessore provinciale alla Sanità Maurizio Guaitoli, fa sapere che l’Azienda Usl si è già attivata per il raddoppio delle sedute ambulatoriali.
Come previsto dalle indicazioni della Regione, l’Azienda sanitaria è impegnata a garantire i tempi di attesa per le prime visite specialistiche entro i trenta giorni e per la diagnostica strumentale (ecografie, indagini radiologiche, ecg) entro i sessanta giorni. «Il Cup (Centro unico di prenotazione) ha assunto una valenza provinciale – ha ricordato Maurizio Guaitoli assessore provinciale alla Sanità citando i dati dell’azienda Usl – consentendo di prenotare prestazioni anche in distretti diversi da quello di residenza . Ciò ha permesso ai cittadini di scegliere la sede ove fruire delle prestazioni prescritte, privilegiando la maggiore tempestività oppure il rapporto di fiducia con la struttura pubblica o privata accreditata che eroga la prestazione con tempi di attesa più lunghi». Circa il 10 per cento (191 mila persone) di coloro che si sono rivolti al Cup nel corso del 2005 hanno potuto fruire delle prestazioni in distretti diversi da quello di residenza ovviando a eventuali criticità locali e garantendo al contempo l’equità d’accesso.
A testimonianza dell’impegno sviluppato dall’Azienda sanitaria locale per governare la crescente richiesta di prestazioni di specialistica ambulatoriale, l’assessore Guaitoli ha anche ricordato che dal 1998 la spesa per l’effettuazione di tali prestazioni è aumentata del 33 per cento (da circa 64 milioni di euro del 1998 ai 98 milioni di euro del 2005). Dal 2000, inoltre, le prestazioni fornite dai soggetti pubblici e privati accreditati (visite specialistiche e prestazioni di diagnostica strumentale) sono aumentate su base annua di 550 mila (pari al 38 per vento) escluse le indagini di laboratorio.
Tuttavia, per stessa ammissione dell’Asl, ha ricordato l’assessore Guaitoli citando una lettera dell’azienda sanitaria, un punto di sofferenza è emerso per le visite endocrinologiche dove nonostante i numerosi interventi avviati a più riprese e nel corso degli anni i tempi di attesa per la prima visita rilevati nel primo trimestre del 2006 hanno evidenziato una criticità generalizzata (area nord 59 giorni, area centro 39 giorni, area sud 45 giorni), ma particolarmente evidente nell’area nord (distretti di Carpi e Mirandola) rispetto ai 30 giorni come periodo indicato per la prima visita.
Per tale ragione l’Asl, ha spiegato l’assessore Guaitoli, ha provveduto ad attivare una commessa aggiuntiva di visite endocrinologiche i cui effetti consentiranno limitatamente al territorio di Carpi e Mirandola al raddoppio delle sedute ambulatoriali (da cinque a dieci la settimana), l’inserimento di tre nuovi erogatori (a Mirandola e Finale i fornitori passeranno da un solo professionista a tre e, a Carpi, da uno a due) e, conseguentemente , la messa a disposizione di un numero di prestazioni settimanali che sarà più che raddoppiato rispetto al 2005 e ai primi mesi del 2006.
Il consigliere di Forza Italia Dante Mazzi si è detto «deluso» della risposta dell’assessore aggiungendo che «di fronte alle giuste proteste del cittadino per il mancato servizio si risponde con il solito teatrino». Inoltre, secondo Mazzi la «migrazione da un distretto all’altro per le visite specialistiche non è una soluzione al problema delle liste d’attesa». Il consigliere Cesare Falzoni di An ha sostenuto che quella di Mirandola e Carpi è «una storia infinita» e ha contestato i dati statistici perché a suo avviso «il metodo usato non è scientifico».
Andrea Sirotti del gruppo Ds ha chiesto all’assessore di «resocontare alla commissione consiliare l’andamento dei tempi d’attesa ogni tre mesi» affermando che «situazioni come quelle di Mirandola vanno risolte».