«E’ una memoria, anche dolorosa, di fatti solo apparentemente lontani che dobbiamo rinnovare valorizzando e attualizzando vicende che hanno coinvolto anche il nostro territorio». Il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini commenta così la ricorrenza di venerdì 10 febbraio in cui, nell’anniversario della firma del Trattato di Parigi che nel 1947 restituì alla Jugoslavia l’Istria e la Dalmazia, si celebra il Giorno del Ricordo di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre e della complessa vicenda del confine orientale.
Il presidente Sabattini parteciperà domenica 12 febbraio all’iniziativa in programma a Carpi dove, alle 10 nell’area verde di via Baden Powel, è prevista l’inaugurazione di una stele del Ricordo, dedicata ai martiri delle foibe, la celebrazione di una messa nella pieve della Sagra (ore 10,30) e un incontro sul “Ricordo del dolore” (ore 11,45, sala Duomo) al quale parteciperanno anche il sindaco di Trieste Roberto Cosolini e il vice presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Giuseppe Vergottini, insieme al presidente Sabattini, al sindaco di Carpi Enrico Campedelli e al presidente del Consiglio comunale di Carpi Giovanni Taurasi.
«Il ricordo della tragedia delle foibe dove vennero massacrati migliaia di italiani residenti in Slovenia e Croazia da parte del regime di Tito e l’esodo di migliaia di famiglie dovuto alla cacciata da quelle terre – commenta il presidente del Consiglio provinciale Demos Malavasi – si deve trasformare oggi nell’impegno a costruire nuove relazioni di pace e di amicizia tra i popoli e gli stati nella Europa unita».
Ricordando le ragioni storiche all’origine della tragedia, Malavasi sottolinea che «quando sono il nazionalismo, lo sciovinismo e il razzismo a prevalere nelle politiche di uno stato e nel senso comune del suo popolo, la storia ci dice che la conseguenza sono immani tragedie. Come sono state le guerre negli anni Novanta tra i Paesi della ex Iugoslavia. La sola strada che dobbiamo seguire, perché quei tragici fatti non si ripetano più, è il dialogo e la comprensione delle diversità culturali, etniche e religiose. E’ un impegno che dobbiamo rilanciare oggi a fronte della crisi del processo di unione europea e allo svilupparsi di movimenti totalitari, nazionalisti, razzisti. Quindi, dal ricordo all’impegno perché quei tragici fatti non si ripetano più, perché non possiamo dare nulla per scontato».