Tavolo anti-crisi \3 – I dati del primo semestre 2009 produzione e lavoro in calo, gli effetti sul sociale

Una produzione industriale che nel secondo semestre del 2009 sarà del 30 per cento inferiore a quella del 2008, con profonda sofferenza soprattutto per le piccole e piccolissime imprese di subfornitura e di servizio. Un calo medio delle assunzioni nell’industria del 43 per cento, con punte del 65 per cento nel comparto della fabbricazione di macchinari e apparecchiature e del 53 per cento nella ceramica. Una contrazione del 31 per cento delle assunzioni anche nell’ambito dei servizi alle imprese, e del 24 per cento nel settore delle costruzioni e nel commercio. Oltre due milioni di ore di cassa integrazione ordinaria chieste da gennaio a giugno 2009 (+ 1.700.000 ore rispetto al 2008) e 392. 331 ore di cassa integrazione straordinaria (+ 216.894 ore sul 2008). Ottantanove le procedure di mobilità collettiva contro le 33 del 2008, anche se il numero di lavoratori già licenziati, 472, è analogo a quello dell’anno scorso (445). In crescita le iscrizioni alle liste di mobilità (i nuovi iscritti fino a giugno sono 2.559) e sostanziale raddoppio delle dichiarazioni dello stato di disoccupazione arrivate a 10.948 nel primo semestre 2009 contro le 5.469 dello stesso periodo del 2008.

Sono questi i dati che quantificano le dimensioni della crisi economica nel territorio modenese e che evidenziano un tendenziale peggioramento degli indicatori dei livelli di produzione e dell’occupazione, un aumento delle procedure fallimentari, difficoltà per le imprese nell’accesso al credito dovute al più alto costo delle operazioni, alle maggiori garanzie richieste dalle banche, ai tempi più lunghi per il leasing.

Importanti anche le ricadute sociali della crisi dovute al calo effettivo del reddito disponibile di molte famiglie per effetto della disoccupazione, della messa in mobilità e della cassa integrazione (che prevede un compenso tra i 700 e i 900 euro mensili). Le famiglie in difficoltà tagliano i consumi (il calo nell’abbigliamento è del 6 per cento, nei beni durevoli del 3,6) ma in alcuni casi non riescono più a pagare l’affitto e le rette, anche se in alcune realtà locali, come Cavezzo, Finale Emilia, Sassuolo, Vignola, il calo di queste entrate è dovuto alle decisioni delle amministrazioni di includere un numero più elevato di beneficiari nelle fasce di esenzione attraverso la modifica dei criteri di calcolo o la revisione delle tariffe. Tutti i Comuni inoltre hanno aggiornato i metodi di calcolo dell’Isee, basandolo sul reddito dell’anno in corso.

Pubblicato: 29 Luglio 2009Ultima modifica: 03 Luglio 2020