Il bombardamento, iniziato alle sei del mattino; il rastrellamento borgo per borgo, abitazione per abitazione, lungo la sponda destra della valle del Dragone; le case razziate e bruciate, i fienili distrutti, la macine fatte esplodere con la dinamite. E poi, fino alle 17, le raffiche di mitra e i colpi di pistola per delle esecuzioni feroci che non risparmiano nemmeno donne, anziani e bambini. Sono le scene della strage di Monchio, Costrignano e Susano compiuta dai nazisti della divisione “Herman Goehring” il 18 marzo del 1944, con 140 vittime accertate nel modenese, che sono state rievocate dalla storica Toni Rovatti nell’udienza di venerdì 12 novembre del processo in corso al Tribunale militare di Verona.
La storica, consulente tecnica del pubblico ministero, ha ripercorso gli avvenimenti di quella giornata partendo dal rapporto del capitano Kurt Christian Von Lobem, che comandava il Reparto corazzato esplorante della divisione Goehring, sull’azione antipartigiana nel corso della quale «tutti furono ritenuti corresponsabili e sterminati secondo l’ordine del Führer sulla lotta contro le bande, la case bruciate o fatte saltare».
Tra le parti civili presenti al processo, insieme agli 89 familiari delle vittime, al Comune di Palagano, alla Regione Emilia Romagna e all’Anpi, c’è anche la Provincia di Modena rappresentata a Verona dal presidente del Consiglio Demos Malavasi e assistita dall’avvocato Andrea Speranzoni.
Nell’udienza precedente era stato sentito come primo testimone il generale dei Carabinieri Roberto D’Elia coordinatore del pool che ha seguito le indagini sugli eccidi nazifascisti del marzo-aprile 1944. Il generale D’Elia ha ricostruito la catena di comando all’interno della divisione Goehring e ha spiegato che nel corso delle indagini sono emerse atrocità commesse dal Reparto esplorante nei confronti di donne, vecchi, bambini e sacerdoti. Questi ultimi erano in particolare obiettivo sensibile in quanto pastori e persone di fiducia cui la comunità faceva riferimento.
Nelle prossime udienze, da martedì 16 novembre, sono in programma anche le testimonianze dei familiari delle vittime: la lista è di 263 nomi, un centinaio dei quali proprio relativi alle vicende modenesi, ai quali si aggiungono i 91 presentati dalle parti civili. Il calendario previsto dal Tribunale prevede una ventina di udienze tra novembre e marzo 2011.