Prima un filmato breve presentato al Salone del Gusto di Torino; ora un volume che contiene i testi delle 199 interviste. A breve un portale web dove sarà possibile visionare tutti i filmati (oltre 160 ore di girato). Obbiettivo del progetto “Storie di terra e di rezdore” è documentare e diffondere il ricco patrimonio di saperi e conoscenze della tradizione agroalimentare modenese.
Il volume, corredato da tre relazioni scientifiche – di Alberto Fabbri e Antonio Cherchi di Slow Food e di Sandro Bellei, esperto di storia della gastronomia – da un glossario dialettale e dalle foto di tutte le persone intervistate, è stato presentato in occasione del raduno dei protagonisti della ricerca.
Arrivati numerosissimi in Fiera, accompagnati da parenti e amici, hanno ascoltato le parole di ringraziamento del presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini: «Per i modenesi la terra e la cucina sono elementi di forte identità. Per questo è importante mantenere il legame con il passato, tramandare la nostra storia alle future generazioni, non disperdere un patrimonio che abbiamo il privilegio di avere ancora a disposizione».
«Dopo i Presìdi su razze animali e prodotti alimentari – ha spiegato il presidente di Slow Food Italia, Roberto Burdese – crediamo sia giunto il momento di realizzare i “Presìdi della memoria”. Come ha detto Claude Lévi-Strauss, siamo in emergenza etnologica: saperi tradizionali costruiti nel corso dei secoli e tramandati di generazione in generazione rischiano di andare perduti con la graduale scomparsa dei loro ultimi testimoni».
A premiare e salutare i 200 testimoni è intervenuto anche il presidente del Comitato scientifico della ricerca, Alberto Adolfo Fabbri, insieme al responsabile di Slow Food Modena, Antonio Cherchi. «Il progetto Storie di Terra e di Rezdore – ha detto Fabbri – è uno straordinario esempio di come istituzioni e associazioni possono allearsi per conservare e rivitalizzare questo meraviglioso patrimonio che ha innanzitutto i volti bellissimi dei suoi protagonisti».
Alla fine, tutti a pranzo all’Osteria del tortellino, spazio all’interno di Gusto Balsamico gestito dalle rezdore dell’associazione San Nicola di Castelfranco Emilia. Pranzo accompagnato dai canti delle mondine di Nonantola, e anche da qualche lacrima di commozione.