Presentando il proprio ordine del giorno, Luca Gozzoli, capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, ha affermato che «il danneggiamento della stele in memoria delle vittime dell’Olocausto è un fatto che colpisce tutti e preoccupa quindi che, con un ordine del giorno tardivo e strumentale, la Lega commetta l’errore di caricare di un altro significato una situazione di quella gravità. Il punto è – ha proseguito il consigliere – che grazie alla Lega noi oggi, alla vigilia della Giornata della memoria, non parliamo di Olocausto ma di caduti della guerra creando confusione tra vittime e carnefici». Gozzoli ha poi concluso l’intervento con un gesto simbolico regalando a ogni consigliere leghista una copia del film “L’uomo che verrà”. Ringraziando per il regalo e illustrando a sua volta l’ordine del giorno sottoscritto dal suo gruppo, il capogruppo della Lega nord Denis Zavatti ha spiegato che l’invito a erigere una stele per ricordare i caduti modenesi della guerra civile 1943-1945 aveva l’obiettivo di «tentare una riappacificazione per i morti della guerra e del dopoguerra, non chi si è macchiato di crimini ma le vittime civili e i partigiani caduti». Il consigliere si è poi rammaricato del fatto che «molti commenti alla proposta si sono basati solo su quanto scritto dai giornali, spesso di parte e offensivo nei confronti dei consiglieri provinciali della Lega».
Per Sergio Pederzini (Idv) c’è ancora qualcuno «che non ha capito cos’era il nazifascismo e ha voluto sfregiare la memoria delle vittime. La pietà è dovuta a tutti i morti – ha proseguito il consigliere – ma bisogna distinguere tra chi è caduto per la libertà e chi nell’adempimento del proprio dovere ma per una causa aggressiva». Dante Mazzi, capogruppo del Pdl, ha invece centrato il proprio intervento sul significato della Giornata della memoria apprezzando che quest’anno, «accanto al ricordo di una barbarie feroce e disumana ci sia anche quello di chi ha affrontato pericoli, spendendosi per la vita dei perseguitati a rischio della propria e di quella della propria famiglia». Condividendo l’ordine del giorno del Pd, Fabio Vicenzi (Udc) ha affermato che «è giusto dare un segno tangibile a chi ha compiuto quel gesto di vandalismo facendo passare il messaggio che per quante volte colpirete questa stele, altrettante noi la metteremo a posto». Dubbi invece «sull’estensione della Lega: si è andati forse oltre con le critiche ma non si fa giustizia erigendo monumenti che creano confusione».
Per Stefano Corti (Lega nord) il parco della Resistenza «dovrebbe essere sintesi di memoria, concordia e pace. Senza mettere in dubbio il valore della liberazione si può discutere delle luci e delle ombre della Resistenza, ma il Pd pretende di ergersi a unico gendarme della memoria mentre chi meglio della Lega, che non affonda le proprie radici in ideologie prebelliche, può farsi portavoce di pacificazione?». Secondo Patrizia Cuzzani (Idv) parlare di Shoah non significa solo limitarsi «alla liturgia della memoria che corre il rischio di creare assuefazione e banalizzazione. È necessario invece creare un percorso organico, partecipato e vissuto, in cui i luoghi siano protagonisti della memoria collettiva di tutti noi perché non accada, come in questo episodio, che il monumento sia abbandonato».
«L’ordine del giorno della Lega lascia allibiti» ha affermato Roberto Vaccari (Pd), perché «non si può equiparare chi si è battuto per ridare libertà e dignità al nostro paese con chi si è schierato con i fautori di un dominio assoluto e criminale che perpetrò stragi di civili innocenti». Livio Degliesposti (Lega nord) ha ribattuto leggendo in aula le parole pronunciate da Luciano Violante, al momento del suo insediamento a presidente della Camera, il quale si domandava se non sia il momento per l’Italia «di cominciare a riflettere sui vinti di ieri; non perché avessero ragione o per sposare una sorta di inaccettabile parificazione tra le parti, ma perché occorre sforzarsi di capire i motivi per i quali migliaia di ragazzi, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e delle libertà». E per Lorenzo Biagi (Lega nord) è importante «ricordare i caduti modenesi, molti dei quali non avevano nulla a che fare con il fascismo e sono stati ammazzati dai comunisti anche dopo la guerra, e la reazione di chi ci ha offeso pesantemente travisando le nostre parole non fa bene al dialogo».