Discarica di Serravalle, la Provincia esce dalla società Rio d’Orzo che ha il compito, tra l’altro, di costruire e gestire l’impianto nel quale saranno smaltiti in gran parte rifiuti modenesi. Lo ha deciso il Consiglio provinciale, nella seduta di mercoledì 16 febbraio, approvando la cessione alla società stessa della quota del 25 per cento, su un capitale sociale di 59 mila euro, acquistata dalla Provincia lo scorso anno subentrando al Comune di Savignano.
Sulla decisione la maggioranza di centrosinistra si è divisa: mentre Ds e Margherita hanno votato a favore, Prc e Verdi hanno votato contro, insieme a tutto il centro destra (FI, Udc e Lega nord, mentre An è uscita dall’aula per protesta); astenuto Giancarlo Bertacchini (Ds).
“E’ opportuno uscire dalla società – ha spiegato Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente – perché nei prossimi mesi la Provincia dovrà decidere sulle strategie di smaltimento dei rifiuti nei prossimi anni, quindi anche sulla discarica di Serravalle. Non possiamo essere al tempo stesso ente di governo e di gestione”. Un concetto su cui Prc e Verdi hanno espresso il loro dissenso, riassunto in un emendamento, che chiedeva il mantenimento della maggioranza pubblica del capitale sociale. La proposta è stata respinta da Ds e Margherita ma ha trovato l’appoggio di tutto il centrodestra. Come hanno spiegato Aldo Imperiale (Prc) e Walter Telleri (Verdi) con la vendita della quota della Provincia “viene meno il controllo pubblico su un impianto strategico e questo è un fatto negativo”.
Dopo una sospensione della seduta consiliare per permettere ai capigruppo di riunirsi si è arrivati al voto tra le polemiche.
Cesare Falzoni (An) ha parlato di “farsa grottesca: siete divisi e non siete capaci di governare”. Dante Mazzi (FI) ha sottolineato il carattere “quantomeno irrituale della decisione, era sbagliato l’acquisto come ora lo è la vendita”; un giudizio condiviso da Giorgio Barbieri (Lega nord) che ha chiesto un consiglio straordinario sul tema delle discariche. Su questo punto Demos Malavasi (Ds) ha ricordato che la Provincia discuterà ampiamente questi argomenti quando approverà, entro il 30 giugno, il Piano rifiuti.
La Provincia esce così dalla società attualmente composta dal Comune di Castello Serravalle (25,5 per cento), Meta (21 per cento), Hera (21 per cento) e Cosea di Castel di Casio (7 per cento). In base agli accordi con la Provincia di Bologna, nella discarica di Serravalle, saranno smaltiti circa un milione di metri cubi di rifiuti solidi urbani: 300 mila dal bolognese e 700 mila dal modenese, senza ulteriori ampliamenti una volta esaurita la potenzialità.
Prevista dal 1996 dai piani provinciali sia di Modena che Bologna, la discarica occupa un’area di cava nella zona del Rio d’Orzo, nella collina bolognese. Contro la sua realizzazione si sono schierati comitati di cittadini e associazioni ambientaliste di Savignano e di Castello di Serravalle. Lo stesso Comune di Savignano è uscito a suo tempo dalla società perché contrario al progetto.