“se lo stato e’ con noi possiamo vincere questa sfida” il saluto di sabattini al presidente napolitano

Saluto del presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini in occasione della visita del presidente Repubblica Giorgio Napolitano alle zone colpite dal terremoto.

Signor Presidente,

è con sentimenti di dolore ma anche di speranza che la comunità modenese le dà il benvenuto in questa visita per noi molto significativa e importante.

In questi giorni di grande difficoltà abbiamo avuto la testimonianza concreta di quanto gli italiani siano capaci di straordinaria solidarietà. Volontari, tecnici delle amministrazioni pubbliche, professionisti sono qui a lavorare insieme a noi per dare soccorso alle popolazioni così duramente colpite. Da ogni angolo del Paese ci sono arrivati aiuti, messaggi di vicinanza, proposte di collaborazione. E’ un’Italia bella e generosa, che Lei oggi idealmente rappresenta.

Crediamo, in fondo, di averla anche meritata questa ondata di simpatia e solidarietà, questo grande abbraccio nazionale. Gli emiliani – e i modenesi in particolar modo – hanno la solidarietà nel proprio Dna. Quando c’è da dare, non si tirano indietro. Ed è giusto, quindi, che nel momento in cui siamo noi ad avere bisogno ci sia questa reciprocità.

Lo stesso vale per lo Stato. Modena è una delle zone che maggiormente contribuiscono all’economia del Paese: le terre oggi messe in ginocchio dal terremoto producono poco meno del 2 per cento del Pil nazionale. Ogni anno le imprese di quei territori versano nelle casse dello Stato oltre 300 milioni di euro solo di Iva, 3 miliardi di Irpef. Avendo sempre dato tanto al Paese, è naturale che oggi questa comunità si aspetti – anche qui – reciprocità. Oggi siamo noi ad avere bisogno di un sostegno, di una “spinta” per ripartire. Perché questo terremoto è un’emergenza troppo grande per poter pensare che la si possa affrontare da soli.

Se queste terre non dovessero ripartire, sarebbero l’Italia intera e la stessa Unione Europea ad essere più deboli, dal punto di vista sia economico che sociale.

Come abbiamo già detto al presidente del Consiglio e agli altri esponenti del governo che in queste settimane sono venuti in visita alle aree colpite, non chiediamo sconti né regali. Ma ci aspettiamo che il nostro Paese ci metta nelle condizioni di ricominciare al più presto a fare quello a cui siamo abituati: produrre non solo merci ma anche occupazione, benessere sociale, solidarietà. Anche se sappiamo che non sarà facile, anche se sappiamo che ci vorrà molto tempo. Anche se abbiamo ben presente che le condizioni di partenza, il giorno prima del terremoto, erano già difficili  a causa della crisi economica, e che lo scenario generale presenta le complessità che tutti ben conosciamo.

Ma le sfide, anche quelle più difficili, non ci hanno mai fatto paura. La storia del secolo scorso è qui a ricordarci che anche dalle situazioni più difficili si può uscire positivamente, se c’è un impegno corale e, soprattutto, un progetto comune.

Penso alla lotta di Liberazione, alla ricostruzione post-bellica, al miracolo economico: Modena non solo ha saputo risollevarsi, ma – anzi – è stata capace di diventare un modello per l’Italia intera. Ha saputo far sintesi di intelligenze, sensibilità e competenze diverse, creando le condizioni per costruire uno dei “motori” del nostro Paese. E’ in quella stagione, in quegli uomini che hanno reso grande la nostra provincia, che possiamo ritrovare la forza morale ed il viatico per sostenere il terribile sforzo che ci attende.

“Sembra la guerra”: questa frase, che ho sentito pronunciare tante volte da persone che hanno perso quanto avevano costruito nell’arco di una vita, ben rappresenta la paura e lo sconforto che in tanti oggi, soprattutto gli anziani, provano di fronte gli effetti del terremoto. A loro, e ai tanti che ancora conservano il germe della speranza e della tenace determinazione ad andare avanti, dobbiamo offrire – tutti insieme – gli strumenti perché quella speranza possa trasformarsi in un progetto concreto di ricostruzione.

C’è un problema generale di fiducia confronti della politica e delle istituzioni, qui come nel resto del Paese.

Pur nelle difficoltà di questi giorni, io credo che i cittadini abbiano percepito la presenza e il forte impegno delle istituzioni al loro fianco. Penso ai sindaci, che oltre ad essere “vittime” come gli altri cittadini delle violente scosse stanno lavorando con una passione e un impegno ammirevoli. Penso alla Regione, che ha affrontato con grande efficienza la fase dell’emergenza e guiderà quella, ancor più delicata, della ricostruzione. Non parlo della Provincia perché non voglio essere autoreferenziale, ma penso sia chiaro a tutti che ogni sforzo, ogni azione è rivolta non solo alla risoluzione dei problemi di oggi, ma a quello che succederà nei prossimi anni.

Di questa “filiera” istituzionale, lo Stato che lei oggi rappresenta è naturalmente il riferimento imprescindibile. Per questo chiediamo poche cose, ma fondamentali: attenzione, ascolto delle esigenze, decisioni rapide, risorse adeguate e criteri chiari per poterle impiegare subito e al meglio, semplificazione. E, soprattutto, fiducia nella nostra capacità di risollevarci che si traduca in quegli atti concreti che possono darci la spinta giusta per rialzarci.

Pubblicato: 06 Giugno 2012Ultima modifica: 08 Luglio 2022