Sono invisibili, rimangono sospese nell’aria a lungo e si insinuano nelle vie più profonde dell’apparato respiratorio. Le polveri fini sono un agente inquinante particolarmente insidioso perché in grado di colpire le cellule della mucosa respiratoria e arrivare fino al sangue.
Siccome sono costituite da una miscela di sostanze dannose per la salute come piombo, cadmio e nichel, vengono considerate una sostanza cancerogena; possono provocare, inoltre, danni per salute che vanno dal riacutizzarsi dell’asma alle bronchiti croniche. I più esposti sono i bambini e gli anziani.
Le polveri sono prodotte dal traffico veicolare, dalle attività industriali e dal caldaie per il riscaldamento.
Per questo i mesi più a rischio sono quelli invernali perché, oltre all’avvio degli impianti di riscaldamento, si può attenuare, quando la stagione è secca come nell’inverno scorso, l’effetto positivo di dispersione provocato da vento e pioggia.
Le polveri sono definite in base alla loro dimensione: le pm10 hanno un diametro inferiore ai 10 micrometri e il 60 per cento di queste è costituito dalle pm2,5 ancora più sottili e ancora più pericolose.
Nel modenese le polveri fini vengono rilevate dall’Arpa con due stazioni a Modena (in piazza XX settembre e sulla via Nonantolana), a Carpi e, da quest’anno anche a Maranello e Sassuolo.
La direttiva europea, recepita nei mesi scorsi dal Governo italiano, stabilisce un obiettivo per il 2005 di un massimo di 35 superamenti della soglia di 50 microgrammi, traguardo da raggiungere con tappe intermedie. Per il 2002 il limite è di 35 superamenti della soglia di 65 microgrammi.