«E’ urgente garantire alla Casa Circondariale Sant’Anna gli adeguati livelli di sicurezza, a tutela di chi vi lavora e dell’intero territorio. E’ un dovere al quale nessuno può sottrarsi, anche se devono essere chiari i livelli di responsabilità. E la responsabilità prima spetta allo Stato». L’ha detto il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini il quale, dopo aver incontrato nei giorni scorsi una rappresentanza del sindacato degli agenti di polizia penitenziaria, ha effettuato nella mattinata di mercoledì 13 maggio una visita alla struttura.
«La situazione drammatica denunciata dagli agenti corrisponde purtroppo alla realtà – spiega Sabattini – A fronte di una popolazione carceraria in forte sovrannumero c’è una vistosa carenza di personale, e questo crea oggettivamente un problema di sicurezza per gli agenti. Come se non bastasse, c’è una assoluta inadeguatezza delle dotazioni tecnologiche di videosorveglianza, che rendono la struttura estremamente vulnerabile. Questo è il modo in cui lo Stato, al quale compete la programmazione e la gestione degli istituti di pena, provvede al carcere modenese. Stupisce e indigna – aggiunge il presidente della Provincia – che rappresentanti dello Stato si limitino a prendere atto di questa situazione, com’è avvenuto l’altro giorno con la visita del presidente della Commissione Giustizia del Senato. Non basta lanciare l’allarme: si deve trovare subito una soluzione, perché non è sostenibile una situazione del genere».
Secondo Sabattini «l’emergenza del carcere Sant’Anna riguarda tutti, non solo i detenuti. Una struttura penitenziaria efficiente rappresenta un elemento di garanzia per la sicurezza dell’intero territorio. Dal canto suo la Provincia – assicura il presidente – continuerà a fare la propria parte, come ha sempre fatto, attraverso il finanziamento di corsi di formazione mirati al reinserimento lavorativo dei detenuti. Proprio perché la situazione è grave, pur non essendo una nostra competenza ci attiveremo per valutare ogni soluzione utile a risolvere il problema delle dotazioni tecnologiche di videosorveglianza e sicurezza. Ma il segnale forte – conclude Sabattini – deve arrivare dal ministero di Giustizia, in termini di numero complessivo dei detenuti e di potenziamento del numero di agenti, che qui scarseggiano e in altre carceri o al ministero stesso abbondano. Il governo ha investito risorse molto rilevanti sulla Casa di lavoro di Castelfranco, ma ha dimenticato l’emergenza del carcere circondariale. E’ ora di porre rimedio».