Nato nel 1907 da una facoltosa famiglia di proprietari terrieri, lo scrittore trascorre l’infanzia tra le case di Modena, Disvetro e Viareggio. Autodidatta, ma attento lettore della letteratura del suo tempo, tra gli anni Venti e Trenta fonda alcune riviste letterarie insieme al futuro editore Ugo Guandalini e a Mario Pannunzio, e scrive i primi poemetti in prosa.
Nel 1935 si trasferisce a Firenze dove frequenta gli scrittori e artisti riuniti intorno a celebre caffè “Giubbe Rosse”; pubblica racconti su varie riviste (che nel 1938 raccoglie nel volume “Il Ricordo della Basca”) e scrive “Il fanalino della Battimonda”.
Al termine della guerra si impegna nella vita politica e pubblica presso Guanda “Il Manifesto per un partito conservatore e comunista” (1951) e poi, contro la legge maggioritaria, “Il Liberatore” (1953).
Nel corso degli anni Cinquanta, mentre il patrimonio familiare va dissolvendosi, Delfini vive tra Modena, Milano e, soprattutto Roma, dove si avvicina ai circoli letterari di Moravia, Pasolini e Flajano. Riprende la sempre discontinua collaborazione a riviste e pubblica nel ’56 una riedizione del “Ricordo della Basca”, Nistri-Lischi e, nel ’57, “La Rosina perduta” (Vallecchi). Nel 1960 escono “Misa Bovetti e altre Cronache” (All’insegna del Pesce d’oro) e nel ’61 le “Poesie della fine del mondo” per Feltrinelli, rime nate da un’esperienza d’amore disperata e delusa. L’ultima opera in vita è costituita dalle tesi antiparmensi di “Modena 1831, città della Chartreuse” (All’insegna del Pesce d’oro, 1962).
Antonio Delfini muore a Modena nel 1963; nello stesso anno appaiono i Racconti (Garzanti), riedizione de “Il Ricordo” che vince un discusso premio Viareggio alla memoria. Con il 1982, anno della pubblicazione Einaudi dei Diari (a cura di Giovanna Delfini e Natalia Ginzburg, con un’introduzione di Cesare Garboli), è iniziata la riscoperta critica di Delfini e la riedizione di diverse opere.
Nel 1983, a vent’anni dalla scomparsa, la Biblioteca Civica ha organizzato un convegno di studi e una mostra che facevano il punto sull’universo critico e biografico che lo riguarda. Qualche tempo dopo, la Biblioteca Estense ha acquisito il fondo Delfini, costituito da manoscritti, lettere e documenti sia letterari che personali.
premio di poesia “antonio delfini” 4 – vita e operedel poeta modenese nato poco meno di un secolo fa
Pubblicato: 23 Maggio 2005 — Ultima modifica: 25 Agosto 2005