Come saranno gestiti i rifiuti nei prossimi anni? Dove finisce la raccolta differenziata? Quanto e cosa sarà bruciato nel termovalorizzore? Sono solo alcune delle domande che accompagnano il tema della gestione dei rifiuti nel modenese.
Ecco di seguito le risposte alle domande più frequenti.
Come sono gestiti e smaltiti ora i rifiuti urbani?
Delle 453.030 tonnellate di rifiuti urbani prodotti in provincia di Modena nell’anno 2009, il 50,9 per cento viene raccolto in modo differenziato ed avviato al riciclo, il 24,1 per cento viene trattato nel termovalorizzatore di Modena, il 7,4 per cento è avviato all’impianto di selezione e il 17,6 per cento finisce in discarica.
Come saranno gestiti i rifiuti nel 2019?
Delle circa 538.000 tonnellate di rifiuti urbani che si prevede siano prodotti nell’anno 2019, almeno il 65 per cento sarà raccolto in modo differenziato ed avviato al riciclo, il 32 per cento sarà avviato al termovalorizzatore di Modena, il 2 per cento potrà essere trattato nell’impianto di selezione e solo l’1 per cento sarà smaltito nelle discariche presenti nel modenese.
Perché occorre aumentare la raccolta differenziata?
Perché si riduce il ricorso alle discariche, come impone peraltro la normativa europea, e si contribuisce a recuperare e riciclare grandi quantità di materiali riducendo l’impatto sull’ambiente.
Il sistema di gestione dei rifiuti, infatti, deve rispettare il seguente ordine: prima di tutto prevenzione sulla produzione, poi preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo come quelle energetico e alla fine lo smaltimento. Aumentare le frazioni raccolte in modo differenziato con conseguente recupero di materiali, quindi, consente di centrare l’obiettivo di riduzione del ricorso alle discariche che sono considerate l’ultima forma di trattamento dei rifiuti.
Dove finisce la raccolta differenziata?
La raccolta differenziata è soggetta a libero mercato e viene avviata ad impianti di recupero e trattamento.
Viene riciclata in buona parte (circa il 70 per cento) negli oltre 200 impianti privati presenti nel modenese autorizzati dalla Provincia a svolgere attività di recupero. Da questi impianti esce, oltre ai materiali recuperati, una percentuale di scarto, i cosiddetti “sovvalli” che non possono essere riciclati e sono smaltiti nel termovalorizzatore o in discarica.
La percentuale dei sovvalli è molto variabile a seconda dei rifiuti da recuperare: vi sono frazioni che hanno percentuali di scarto molto basse come ad esempio la carta e altre più alte come la plastica: dalle stime emerge un valore medio pari al 10-13 per cento del materiale raccolto in modo differenziato.
Esistono consorzi collettivi appositamente istituiti (Comieco per la carta, Corepla per la plastica, Cial per l’alluminio, Coreve per il vetro, Cna per l’acciaio) cui compete l’organizzazione dei flussi delle raccolte differenziate verso gli impianti di trattamento.
Cosa e quanto si brucerà nel termovalorizzatore di Modena?
La potenzialità è di 240 mila tonnellate all’anno che sarà a regime nel 2013 quando sarà completata la linea tre. Il termovalorizzatore tratta in modo prioritario rifiuti urbani indifferenziati, poi rifiuti speciali tra cui preferibilmente i sovvalli della raccolta differenziata e i rifiuti ospedalieri. L’eventuale potenzialità residua potrà essere completata bruciando altri rifiuti speciali.
Cosa sono i rifiuti speciali?
Sono rifiuti di origine industriale e commerciale (cioè prodotti da utenze non domestiche). Ammontano a circa due milioni di tonnellate all’anno in buona parte vengono recuperati da imprese specializzate, mentre una quota può essere avviata al termovalorizzatore.
Non sono pericolosi e spesso sono meno impattanti dei rifiuti urbani indifferenziati: solo una quota del quattro per cento è considerata pericolosa e viene smaltita secondo apposite procedure.