Nutrie \3 – La tutela dell’agricoltura. Lungo gli argini e nelle valli mirandolesi

La Provincia coordina l’attività di controllo della nutria, anche in ambito urbano, in base a un accordo con tutti gli enti, Aipo, Atc, consorzi di bonifica e associazioni agricole, siglato nel 2015 quando la nutria non viene più classificata per legge come fauna selvatica, alla pari dei topi.

Come sottolinea Patrizia Gambarini, comandate della Polizia provinciale, «questa organizzazione ha consentito di garantire una efficace attività di controllo con l’obiettivo di prevenire i danni agli argini, non solo a causa delle tane ma anche perché le nutrie distruggono in profondità la vegetazione, contribuendo a rendere le rive meno stabili e più facilmente soggette a frane».

L’attività di controllo delle nutrie lungo i corsi d’acqua si è estesa dal 2018  anche alle zone umide delle Valli mirandolesi, sempre con il coordinamento della Polizia provinciale, tramite l’impiego di apposite gabbie, il coinvolgimento degli agricoltori e le risorse del Piano di sviluppo rurale.

La nutria è un roditore di grossa taglia (arrivano a pesare anche oltre dieci chili) originario del Sudamerica e introdotto in Europa negli anni ‘20 per la produzione di pellicce (il cosiddetto castorino).

Dopo la crisi di questa attività, la nutria, non essendo cacciata e in assenza di predatori naturali, ha iniziato a moltiplicarsi velocemente in tutta Europa, anche nel modenese, soprattutto nell’area nord.

Pubblicato: 10 Febbraio 2020Ultima modifica: 27 Maggio 2020