monitoraggio cave2 – il piano approvato nel 2009 tutele ambientali, fabbisogni per edilizia e strade

Il Piano provinciale delle attività estrattive approvato nel 2009 entra a pieno regime nel 2012 dopo gli adeguamenti dei Comuni dei rispettivi piani comunali.

Sulla base delle previsioni dello sviluppo economico e demografico dei prossimi anni, il Piano individua un fabbisogno stimato massimo di  inerti di oltre 23 milioni di metri cubi per l’edilizia e circa 27 per le infrastrutture tra cui spiccano la costruzione dell’autostrada Cispadana, la bretella Campogalliano-Sassuolo e la terza corsia dell’A22 Abetone-Brennero nel territorio modenese.

«Il Piano del 2009 – spiega l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari – prevede garanzie e tutele ambientali a cominciare dal vincolo delle profondità massime (tra i 10 e i 15 metri) e l’introduzione del monitoraggio ambientale in base ad un’intesa con Arpa che prevede il controllo costante dei principali fattori ambientali».

Il Piano prevede il principio dell’autosufficienza, la previsione di nessun nuovo polo estrattivo di ghiaie, la qualificazione delle aree vicino ai fiumi attraverso lo spostamento di gran parte dei frantoi; il recupero ambientale delle cave dimesse anche per aumentare la capacità delle casse di espansione dei fiumi.

Per quanto riguarda i controlli, tra il 2010 e il 2011 le 54 cave presenti nel modenese sono state controllate in media circa quattro volte ciascuna (i sopralluoghi sono stati oltre 200) dai tecnici della Provincia di Modena secondo una duplice modalità: dai tecnici dell’Ufficio controlli cave intercomunale (Ucci) sulla base dell’intesa con i Comuni e dai tecnici dell’Ufficio cave della Provincia nell’ambito delle verifiche previste dalla legge regionale sulla polizia mineraria.

Pubblicato: 23 Dicembre 2011