Uno dei punti contenuti nel documento d’intenti sottoscritto dalle Giunte provinciali di Modena e Reggio Emilia riguarda il distretto ceramico, per il quale si sottolinea «l’esigenza di un approccio unitario e omogeneo al governo dei temi strategici». Innanzitutto «concordando scelte comuni in materia di disciplina della qualità ambientale, per consentire alle imprese di operare in un contesto certo e condiviso», ma anche adottando nuovi strumenti, come «la possibilità di attribuire un’identità giuridica al distretto ceramico, anche in base alle previsioni in materia fiscale contenute nell’ultima legge finanziaria».
Dalla ceramica alla mobilità: «Le ex aziende pubbliche – concordano le due Giunta provinciali – soffrono per problemi di efficienza della gestione industriale difficilmente risolvibili se affrontati in una dimensione esclusivamente provinciale e localistica». Da qui la necessità di una strategia che «ricercando nel breve periodo sinergie fra aziende vicine, si indirizza a successive operazioni di fusione tra aziende in ambito regionale, sino a cercare di raggiungere livelli di competitività anche al di fuori della regione attraverso alleanze, scambi, acquisizioni che portino a raggiungere dimensioni significative a livello nazionale. Le Province di Reggio-Emilia e di Modena sono azioniste significative delle rispettive aziende di trasporto (Act e Atcm) e possono, pertanto, proporsi – insieme ai Comuni soci – come stimolo a un dialogo che generi a breve proposte operative». Per quanto riguarda le infrastrutture, si avvieranno «confronti e scelte pianificatorie» comuni. Un primo punto di accordo riguarda lo studio di fattibilità predisposto dalla Regione per la realizzazione dell’autostrada regionale Cispadana, del quale le due Province «condividono i contenuti quale snodo strategico per lo sviluppo dei rispettivi territori, e si rendono disponibili alla sottoscrizione del protocollo d’intesa per dare avvio al percorso finalizzato alla realizzazione dell’opera».
Un altro ambito di collaborazione è la ricerca e innovazione. «Nei due territori – si ricorda – sono presenti laboratori e società, anche partecipate da soci pubblici, operanti nel campo del trasferimento tecnologico alle imprese e dell’innovazione. Le Province di Modena e Reggio opereranno per mantenere raccordi e sinergie, in modo tale da favorire la diffusione e la messa a sistema dei risultati ottenuti». Non solo: «coerentemente con l’esercizio delle funzioni istituzionali di promozione della competitività e di valorizzazione delle eccellenze dei sistemi di produzione del comparto agroalimentare», le due Province concorrono a promuovere l’istituzione di un Distretto Tecnologico Agroalimentare «per una reale integrazione con le tre reti del sistema italiano della ricerca: le università, gli enti pubblici di ricerca e le imprese».
Altro ambito di intesa sono le politiche per la formazione e il lavoro, partendo dalla constatazione che con la nuova programmazione dei fondi strutturali si ridurranno sensibilmente le risorse finanziate dall’Unione europea. Da qui la necessità di «confrontarsi sulle scelte “macro” per lo sviluppo, in particolare per quei segmenti che ci vedono operare in bacini omogenei», come il Gal e le aree ex Obiettivo 2, e «collaborare a specifici progetti dai tratti comuni, nei quali ricercare sinergie. Un primo ambito sperimentale potrebbe essere l’estensione della “banda larga” ai soggetti privati nell’Appennino».
C’è, infine, un tema politico che vede alleate le Province di Modena e Reggio: la necessità di «avviare una riflessione sulle funzioni conferite alle Province dalla Regione Emilia Romagna, con l’obiettivo di ridefinire il ruolo e la missione stessa della Provincia rispetto a quelli di Regione, Comuni e altri Enti locali, proprio alla luce delle esperienze concrete di decentramento amministrativo vissute nei nostri enti nel corso dell’ultimo decennio».