Sostanziale consolidamento dei livelli di occupazione (305.300 i modenesi al lavoro nel 2006) con una piccola limatura dell’indice di disoccupazione (dal 3,5 al 3,4 per cento) anche più accentuata per quanto riguarda le donne (dal 5,2 al 4,8 per cento), mentre crescono sia i contratti di somministrazione e quelli dei lavoratori parasubordinati (comunicato n. 397).
Sono alcuni dei dati del Rapporto 2006 sul mercato del lavoro modenese che viene presentato venerdì 30 marzo, alle 9,30, nella sala conferenze della sede della Provincia di via della Costellazioni 180 a Modena, ai componenti della “Conferenza provinciale di coordinamento del sistema integrato istruzione formazione lavoro” e degli altri organismi impegnati sui temi dell’occupazione. L’incontro sarà introdotto dall’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli che sottolinea come «emerga chiaramente la fotografia di una realtà solida, di piena occupazione e molto dinamica che però non deve farci dimenticare le difficoltà di alcuni settori economici, così come la necessità di una riflessione sui cambiamenti dei rapporti di lavoro».
Tra le novità del Rapporto anche alcuni approfondimenti sulle peculiarità dei distretti (questa volta tocca a Mirandola e Vignola) sviluppati attraverso interviste realizzate con esperti e testimoni significativi del mondo economico «dalle quali emergono – spiega Cavicchioli – indicazioni importanti sull’andamento dei settori produttivi, sulla capacità di assorbimento di manodopera e sulle modalità di inserimento dei lavoratori nel mercato locale».
Rispetto alle difficoltà di alcune aziende e di alcuni settori economici, il 2006 è stato caratterizzato da una leggera crescita degli iscritti alla mobilità (a fine anno erano 4.771 contro i 4.674 del 2005) ma con un forte aumento del numero dei lavoratori che nel corso dell’anno sono usciti da questa condizione (2.378 contro i 1.561 dell’anno precedente) a conferma di «una buona capacità di assorbimento delle situazioni di crisi più o meno strutturali». Calano anche le procedure di mobilità con segnali positivi da alcuni settori ma, avverte l’assessore Cavicchioli, non mancano «segnali d’allarme che riguardano imprese anche medio-grandi: diminuiscono le procedure di mobilità, infatti, però sono relative a numeri più alti di dipendenti».