Due anni fa il Parco nazionale d’Abruzzo ha “adottato” una piccola lupa ritrovata in fin di vita sull’alto Appennino modenese e salvata dai tecnici faunistici della Provincia. L’animale è stato inserito in un vasto recinto presso il Centro faunistico di Civitella Alfedena, dedicato dal Parco a un progetto di conservazione della specie.
Il lupo – dopo aver sostato per alcuni mesi in un Centro bolognese per la tutela e conservazione della fauna selvatica ed esotica – è stato consegnato dalla Provincia di Modena ai tecnici del Parco Nazionale d’Abruzzo, diretto da Franco Tassi: lo spostamento è avvenuto solo dopo il buon esito delle cure durate quattro mesi e dedicate soprattutto al recupero del peso.
La scelta del Parco abruzzese non è stata casuale ma fondata sull’esperienza nella ricerca, nella protezione e nella attività di rinserimento del lupo. Infatti, tra gli obiettivi che si propone l’Ente autonomo Parco nazionale d’Abruzzo – il cui Consiglio direttivo è guidato dal presidente Fulco Pratesi – c’è proprio l’estensione su scala più vasta delle strategie di conservazione della fauna del Parco, con interventi di protezione (nuove aree protette) e di promozione con la creazione di aree faunistiche del lupo appenninico.
Il felice epilogo della vicenda, non può far dimenticare la storia della piccola lupa: il cucciolo è stato raccolto stremato da un passante vicino a una strada nei pressi di una frazione di Palagano. E subito fu chiaro che non si trattava di un cane selvatico o abbandonato dal padrone, ma di un “raro” piccolo di lupo.