L’Osservatorio provinciale degli appalti realizzerà nel corso del 2012 un’indagine sulle nuove imprese edili, quelle che si sono costituite negli ultimi tre anni, e un approfondimento sui cambi di proprietà avvenuti nel settore, oltre alla consueta attività di monitoraggio degli appalti pubblici e alla formazione per gli operatori delle stazioni appaltanti, con un’attenzione sempre più marcata a fornire strumenti per «arginare con la legalità i rischi di illegalità dovuti alle infiltrazioni della criminalità organizzata». Lo hanno annunciato Egidio Pagani, assessore provinciale a Infrastrutture e Sviluppo delle città e del territorio, e Antonino Marino, assessore a Lavori pubblici e sicurezza del Comune di Modena, incontrando lunedì 13 febbraio insieme al direttore Vincenzo Pasculli tutti gli enti e i soggetti promotori dell’Osservatorio per programmare l’attività dei prossimi mesi.
«Delle aziende che partecipano agli appalti e che vengono autorizzate per i subappalti – hanno spiegato Pagani e Marino – non è più sufficiente conoscere la “residenza”, un dato che fino a qualche tempo fa rappresentava una credibile garanzia di fronte al rischio di infiltrazioni criminali. Oggi serve maggiore trasparenza anche sulle ditte modenesi ed emiliane visto che sono sempre più numerose le segnalazioni di possibili partecipazioni societarie finanziate con capitali riconducibili alle mafie».
Il Rapporto dell’Osservatorio sui dati del 2011 sarà pronto in maggio, ma dalle prime anticipazioni emerge una sostanziale tenuta, nonostante la crisi, del valore degli appalti pubblici aggiudicati: 474 lavori per un ammontare di 159 milioni di euro ai quali aggiungere altri 61 interventi (per quasi 56 milioni di euro) avviati nel 2011 pur con procedure degli anni precedenti. Il totale, quindi, supera i 200 milioni di euro, ben di più rispetto al 2010 (168 milioni) e al 2009 (178 milioni) pur considerando che, a causa dei vincoli del Patto di stabilità, una parte dei pagamenti possa essere stata posticipata.
Rimane alto anche il numero dei cantieri privati monitorati (1.416, erano 1.560 nel 2010, solo 1.154 nel 2009) così come il valore complessivo di questi lavori che nel 2011 è di 373 milioni di euro (erano 415 milioni nel 2010, 391 milioni nel 2009).
Il numero di imprese impegnate nel settore, però, è in calo: 1.409 nel 2011 quelle subordinate alle Casse edili (che non considerano le attività accessorie come idraulici, elettricisti o imbianchini), rispetto alle 1.551 del 2010 o alle 1800 del 2009. Ed è in calo anche il numero degli addetti. Nel 2011 i lavoratori attivi nell’edilizia sono stati 6.174 contro i 6.564 del 2010 e i 7.543 dell’anno precedente.
La tendenza è confermata anche dai dati Inail, che però si fermano al 2010 quando le aziende nel settore costruzioni (tipologia più ampia di quella considerata dalle Casse edili) erano 11.582 con 26.851 addetti, l’anno precedente le aziende erano 11.717 e gli addetti oltre 28 mila.
«Insomma, il fatturato del settore sembra tenere – commenta il direttore dell’Osservatorio Pasculli – ma con un calo di imprese e di addetti: un dato contradditorio che merita di essere approfondito per verificare se nasconde l’utilizzo più o meno lecito di imprese e lavoratori da fuori provincia o, addirittura, un’espansione del lavoro nero».
Nel corso del 2012, dopo le numerose adesioni registrate lo scorso anno da parte delle organizzazioni professionali, si procederà a un aggiornamento del protocollo alla base dell’Osservatorio, hanno annunciato gli assessori Pagani e Marino, con il coinvolgimento di tutti i Comuni, mentre è in corso di definizione anche un accordo con la Regione per sviluppare specifiche azioni sperimentali di tutela e promozione della legalità.